Sicurezza, chiesto ai prefetti lo status e il numero dei rifugiati in accoglienza in Umbria - Tuttoggi.info

Sicurezza, chiesto ai prefetti lo status e il numero dei rifugiati in accoglienza in Umbria

Redazione

Sicurezza, chiesto ai prefetti lo status e il numero dei rifugiati in accoglienza in Umbria

Iniziativa della consigliera regionale dem Casciari per conoscere le conseguenze del decreto Salvini
Lun, 21/01/2019 - 15:43

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La consigliera regionale dem Carla Casciari annuncia di aver inviato ai prefetti di Perugia e Terni una richiesta per conoscere l’attuale status giuridico degli stranieri extracomunitari in accoglienza in Umbria ed il numero di coloro che rischiano di uscire dai sistemi di protezione per effetto dell’entrata in vigore del cosiddetto ‘decreto Salvini’. Casciari spiega che si tratta di una iniziativa rivolta ad “approfondire l’argomento viste le polemiche nate intorno al ‘Decreto Sicurezza’”.

Casciari evidenzia che “nei suoi primi sette mesi, a causa della stretta sui permessi di soggiorno, il nuovo Governo ha prodotto più di 38mila nuovi migranti irregolari rispetto le 54mila richieste esaminate da giugno a dicembre. A questi vanno aggiunti coloro che erano già in Italia come titolari di un permesso di protezione umanitaria e che la legge Salvini condanna a diventare irregolari. Sempre secondo il quotidiano le elaborazioni dell’Istituto per gli studi di politica internazionale sui dati prodotti dal Viminale hanno stimato che entro il 2020 saranno presenti circa 700mila migranti privi di permesso di soggiorno ed ad oggi, seppur il numero degli rimpatri è in aumento, tre espulsi su quattro restano nel nostro paese”.

La mia richiesta ai prefetti di Perugia e di Terni – prosegue l’esponente dem – per conoscere i numeri relativi alle diverse tipologie di permessi internazionali rilasciati ai richiedenti asilo presenti in Umbria dalla Commissione territoriale negli anni 2016-2017-2018, nasce dunque dal quadro nazionale e dalle novità legislative introdotte con il cosiddetto ‘decreto sicurezza’. Parlare senza conoscere dati e numeri – conclude Casciari – serve solo a diffondere paure e false informazioni. La sicurezza si costruisce non con leggi che negano diritti imprescindibili riconosciuti internazionalmente, ma studiando i fenomeni anche attraverso la collaborazione interistituzionale e mettendo in campo strategie che garantiscano una gestione coordinata e funzionale al mantenimento dell’ordine pubblico”.

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