Provengono dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna le più significative novità emerse in questo quinto Congresso. A renderle note, tra gli altri, il prof. Antonino Morabito, medico di origine ternana a capo del programma di riabilitazione intestinale e chirurgia adattativa, presso il Royal Manchester Children's Hospital. Un convegno che, edizione dopo edizione, ha raggiunto un livello di qualità e specializzazione altissime, grazie alla partecipazione dei più importanti medici appartenenti ai campi della gastrologia e chirurgia pediatrica, provenienti dal Bambin Gesù di Roma, Gaslini di Genova, Federico II di Napoli, Ospedale Maggiore di Milano, Burlo Garofalo di Trieste, ASL3 dell’Umbria e quest’anno, per la prima volta, dal Mount Sinai Medical Center di New York e dal Royal Manchester Children's Hospital. 15 tra i più importanti professionisti si sono riuniti a Spello per fare il punto su “l’insufficienza intestinale cronica in età pediatrica: novità nazionali e internazionali nella nutrizione domiciliare di lungo termine”.
Parole commosse di profonda stima, vicinanza e volontà di continuare a sostenere l’Associazione, sono state pronunciate dal Sindaco di Spello, Sandro Vitali, che non solo ha visto nascere “Un filo per la vita”, ma l’ha aiutata a muovere i suoi primi passi nel 2005. Volontà rafforzata dalla presenza e dall’intervento delle altre autorità locali, quali l’assessore regionale alla Sanità Franco Tomassoni, il Direttore Generale della ASL3 Umbria Sandro Fratini e il dirigente della formazione Paolo Trenta. L’Associazione “Un filo per la vita” è ormai un punto di riferimento per tutte le famiglie con bambini in nutrizione artificiale da sindrome dell’intestino corto presenti in Italia. I piccoli pazienti non possono alimentarsi naturalmente, ma hanno bisogno di essere attaccati fino a 20 ore al giorno ad una sonda che li nutre, comportando ovviamente molte limitazioni nell’agire quotidiano e pesanti conseguenze a livello fisico, quali il danneggiamento del fegato. Portare avanti programmi di ricerca e sperimentazione è essenziale per poter migliorare la qualità e soprattutto aumentare la vita dei bambini.
> afferma il prof. Antonino Morabito, >continua > conclude. A darci una chiara idea dei numeri è stato, invece, il dott. Kishore Yier, direttore del reparto di trapiantologia intestinale e del programma di riabilitazione al Mount Sinai Medical Center di New York. > afferma > conclude. I due medici concordano nel fatto che la chirurgia adattativa è un’opzione reale e che il trapianto è un’alternativa da utilizzare dopo un attento studio complessivo delle condizioni del paziente. In seguito al trattamento chirurgico di allungamento, infatti, i bambini, se inseriti in un programma serio di riabilitazione intestinale, hanno possibilità di avere una vita senza nutrizione artificiale e questa deve essere una speranza concreta per i genitori e i piccoli pazienti.
> afferma Sergio Felicioni, presidente dell’Associazione A.N.A.D.P. “Un filo per la vita” >. Si è trattato di un vero e proprio passaggio che ha consentito di conoscere nuove terapie e tecniche in questo ambito e che, grazie all’accreditamento regionale ECM (Educazione Continua in Medicina), ha contribuito a portare avanti un altro obiettivo, quello di realizzare corsi di formazione per il personale medico e paramedico.
Nonostante le visioni dei medici presenti, non sempre unanimi, tutti sono stati concordi nell’affermare che questo incontro è stato un importante momento di scambio reciproco, in cui non solo i dottori hanno dato il loro contributo scientifico alle famiglie, ma le stesse hanno dato l’opportunità ai medici di vivere da vicino la routine, le difficoltà, le sensazioni e le speranze dei genitori e dei bambini in nutrizione artificiale.