“Chiudere l’Umbria è stato un errore“. Così Vittorio Sgarbi, ospite lunedì sera della trasmissione Tg2 Post dedicata agli effetti del Covid sul turismo ed in particolare sulle città d’arte.
Il critico d’arte, che durante tutta la pandemia ha più volte criticato le misure draconiane assunte dal Governo, ha parlato di “autoproclamazione” dell’Italia come terra infetta. Un errore nella comunicazione che sarà pagato duramente nella stagione turistica estiva. Dicendosi però anche molto fiducioso sulla ripresa del turismo in Italia già da ottobre.
Ospiti in collegamento da Firenze e da Venezia i sindaci Dario Nardella e Luigi Brugnaro, Sgarbi ha ricordato come il Coronavirus abbia praticamente risparmiato l’Italia centro meridionale. Evidenziando come in diverse zone d’Italia la diffusione del virus sia stata particolarmente bassa. E prendendo come esempi virtuosi, da questo punto di vista, due regioni: “Chiudere l’Umbria e la Basilicata è stato un errore“.
Quell’Umbria che, complice una approssimativa comunicazione dei dati da parte del Ministero e dell’Istituto superiore di sanità nella prima settimana del monitoraggio del Covid, era finita come osservata speciale a causa del suo indice Rt. Allarme poi rientrato, mentre l’Umbria, come il resto d’Italia, attende la riapertura dei suoi confini dal 3 giugno.