Spoleto

“Sfranta”, la scatola/catalogo regalo del Festival di Spoleto che sembra un Happy Meal

Chi si svoglia di mattina con un inguercibile sgatoscio…” (Mario Marenco)

Vogliamo iniziare un nuovo articolo inutile, dei tanti nostri domenicali, con la frase di apertura di una famosa composizione del mai dimenticato Mario Marenco, di professione architetto, ma per diletto compagno di birbonate radiofoniche e poi televisive del duo Renzo Arbore e Gianni Boncompagni. La poesia, pensosa e un po’ bohémien, fu letta in una puntata di Alto Gradimento nei primi anni ’70 e si intitolava Sfranta.

Al solito, sappiamo già che queste nostre memorie giurassiche non daranno nessun diletto ai più, ma quel verso, a metà tra l’onomatopea e il birignao di un bambino di 4 anni, è l’esatta rappresentazione di come devono essersi “svogliati”, una mattina d’autunno nel 2022, coloro che hanno ideato il regalo di fine anno del Festival dei Due Mondi di Spoleto, indirizzato a sponsor, stampa, sostenitori come i Mecenati e altre autorità a cui ricordare i successi dell’edizione di Spoleto65.

La Cofanazza, stile Happy Meal

Dunque, chi quella mattina fatidica si è “svogliato con un inguercibile sgatoscio”, deve aver detto tra sé e sé: “qui ci vuole una bella botta di gioventù-giovanilista, un vero cambiamento di stile, qualcosa che incarni appieno la nostra voglia di sostenibilità e futuro”.

E dopo qualche pensamento pensoso ed esistenzialista, è scattata la scintilla: un cofanetto che racchiuda tutte le fatiche della manifestazione appena conclusa. Qualcosa che faccia capire che loro sono “i gggiovani” (con 3 G, non avete letto male) e che l’idea di un Catalogo patinato con foto, testi scelti e brevi, consuetudine mantenuta per ben 64 anni, a cui era allegato anche un biglietto personalizzato di auguri, era ora che andasse definitivamente in pensione.

Sostenibilità, plastificata…

Anche ad un occhio non particolarmente esperto, una delle prime impressioni che la cofanazza restituisce è che la consistenza della stessa non è affatto sufficiente a reggere il peso dei programmi di sala (stampati con carta riciclata) contenuti all’interno. E la cosa deve essere stata più che una impressione anche per chi ha ideato il simpatico cadeau. Tant’è che ci sarebbe stata una corsa a irrobustire “l’Happy Meal de noantri”, con una bella plastificazione del tutto. Che, se lo racconti durante uno degli eventi di sostenibilità promossi con fervore nel corso della nuova gestione targata Monique Veaute, rischi che ti tirano le pietre come nella canzone di Antoine, giusto per rimanere in tema francese, che alla Direttrice magari fa piacere.

Sarà una nostra impressione ma di sostenibile, in questo caso, c’è di sicuro il riciclaggio dei programmi di sala avanzati nel corso di Spoleto65 e che sono stati così smaltiti a babbo morto presso i recapiti di amici, sponsor, sostenitori e parenti inconsapevoli, senza nemmeno un biglietto di auguri nel quale ricordare che il tutto, eventualmente, va messo in libreria e non nel bidone della carta. Al massimo si potrebbe riciclare la cofanazza per un trasporto di cibarie, che, dopo la plastificazione, mantiene caldo anche il cibo.

Il dramma dei corrieri e le ammaccature inevitabili…

Nella confusione generale su cataloghi, Happy meal e riciclaggi plastificati, spunta fuori un dramma nel dramma: quello dei corrieri che sotto Natale, nel consueto casino generale, erano incaricati della consegna a vari indirizzi.

Uno degli autisti, conosciuto bene anche dalla Redazione di Tuttoggi, per le frequenti consegne e ritiri presso il nostro domicilio, ci ha raccontato di quasi un 30 – 40% di consegne mancate dello scatolozzo a causa di indirizzi sbagliati, con il conseguente dramma del deposito in attesa di chiarimenti. Sotto Natale, proprio quello che tutti gli autisti dei corrieri vorrebbero avere come regalo. Il tutto evidentemente frutto di un indirizzario decisamente non aggiornato.

E se non bastasse lo sballottamento del regalone causa indirizzo errato, lo stesso, laddove consegnato correttamente, arrivava spesso con un aspetto decisamente vissuto! Le foto parlano da sole e ci permettiamo di aggiungere – avendo una certa pratica familiare di materia poligrafica – che la causa delle ammaccature sono da addebitare solo ed unicamente alla scelta decisamente sbagliata della grammatura della scatola rispetto al peso del contenuto. Il povero trasportatore vessato sotto Natale c’entra davvero poco stavolta.