“La Scuola è chiamata a rispondere alle esigenze di alcuni genitori o ai bisogni di ciascun bambino?”. Se lo chiedono i docenti delle scuole primarie di La Tina e di Rignaldello – i due plessi che di recente hanno annunciato la rimodulazione dell’orario senza il sabato e con due rientri pomeridiani – anche all’indomani del Consiglio comunale che ha approvato all’unanimità un ordine del giorno proprio per rivedere le recenti modifiche del tempo scuola modulare nelle due elementari tifernati.
Per gli insegnanti, infatti, “sono state diffuse informazioni parziali e spesso non corrette sulle motivazioni che hanno portato i docenti dei due Circoli didattici ad accogliere e condividere la proposta della settimana corta. Tutto ciò ha contribuito ad alimentare confusione e disorientamento in tutta la cittadinanza, nonché a generare una sfiducia nei confronti della Scuola e dei suoi professionisti”.
I docenti si sono “segnati” alcune affermazioni, che hanno messo in dubbio la loro professionalità, da parte di alcuni genitori – “Meglio rinunciare al potenziamento degli insegnamenti che al sabato” – e da parte di alcuni consiglieri comunali durante l’assise cittadina, “…la scelta della settimana corta sarebbe scaturita per aver più giorni di ferie durante il periodo estivo” oppure “Perché cambiare qualcosa che va già bene?”. Gli insegnanti parlano di “frasi obsolete e retoriche, in quanto la Scuola, per sua natura, è chiamata continuamente a modificarsi per rispondere in modo sempre più aderente alla complessità della realtà in continuo mutamento e, inoltre, ci chiediamo, con quali criteri il consigliere asserisce che andava tutto bene?”.
Durante lo stesso Consiglio – aggiungono – “la Scuola è stata accusata di mancanza di rispetto nei confronti delle famiglie, in quanto non sarebbero state coinvolte nelle decisioni assunte. In realtà la Scuola si è confrontata più volte con i genitori, per 3 mesi, argomentando nel dettaglio le ragioni della proposta avanzata dai docenti di rimodulazione oraria, prima di deliberare e rendere operativa la proposta dall’anno scolastico 2023/2024. A nostro parere la professionalità del corpo docente è stata pesantemente offesa da alcuni genitori e dall’intero Consiglio comunale, cha ha voluto lasciar intendere che la decisione di rimodulazione oraria a La Tina e Rignaldello non sia stata supportata da serie motivazioni pedagogiche e da un confronto con l’utenza, ma solo da dispotiche decisioni assunte senza una solida logica di fondo“.
Per i docenti “risulta alquanto singolare presentare una mozione in sede di Consiglio Comunale, discuterla, procedere alla votazione, senza mai aver ascoltato istanze e ragioni dell’Istituzione Scolastica. Si precisa, inoltre, che la Scuola si è sempre dimostrata attenta alla richiesta dei genitori dichiarando loro di garantire l’apertura anche il sabato, al fine di venire incontro alle famiglie che ne abbiano reale necessità, le quali con il supporto di Amministrazione comunale e varie Associazioni del territorio, possono organizzare un servizio che preveda attività extra-scolastiche; lo stesso vale, per il plesso di La Tina, per i tre giorni che rimarrebbero sprovvisti del tempo mensa e dopo mensa”.
Gli insegnanti spiegano infine le motivazioni ufficiali della proposta di rimodulazione: il passaggio dai 6 ai 5 giorni della settimana scolastica consentirebbe, nella valutazione del Collegio dei Docenti, di migliorare la distribuzione dell’impegno e del recupero psicofisico degli alunni, ottimizzare la presenza di docenti e personale Ata, articolare in modo più funzionale la didattica e favorire l’interdisciplinarietà.
“La mission della Scuola è promuovere la crescita integrale di ogni bambino in un clima di benessere, con spazi, tempi e risorse adeguati, oltre a promuovere la collaborazione con i genitori, ma motivare e condividere scelte strategiche, proprie degli esperti dell’apprendimento, non significa accontentare le richieste di tutti. Il cambiamento quando tende al miglioramento è necessario, anche se scomodo! Auspichiamo che la Scuola possa adempiere al suo compito di formare/educare, con la fiducia e la collaborazione di famiglie ed Enti preposti, senza pregiudizi”.