Prc Terni
Il quadro complessivo del servizio idrico nella nostra Regione pone una serie di questioni su cui è necessario intervenire per la piena tutela dei beni comuni e per il rispetto del diritto dei cittadini a contribuire nella giusta misura al servizio effettivamente erogato dalle società affidatarie. Secondo l'articolo 154 del Dlgs 152 del 2006 “Tutte le quote della tariffa del servizio idrico integrato hanno natura di corrispettivo”, ovvero si deve pagare per il servizio che si riceve. Un principio generale che viene però altrettanto generalmente violato e su cui, come PRC di Terni, ci impegneremo nelle prossime settimane a chiedere spiegazioni nelle sedi dovute. In primo luogo, la corrispondenza fra servizio reso e tariffa dovuta non vige per gli utenti non serviti da impianti di depurazione o privi di allaccio alla rete fognaria. Gli ATI regionali hanno infatti stabilito di attribuire comunque i costi per questo servizio anche a coloro a cui non viene erogato e di restituire la relativa quota di tariffa solo a coloro che ne facciano richiesta; una modalità giustamente condannata dalle rappresentanze dei consumatori. In secondo luogo, a pagare una tariffa superiore a quella dovuta sono tutti i cittadini: il referendum del giugno scorso prevede che non venga più addebitato in bolletta il costo relativo alla remunerazione del capitale investito. Questo costo è stato comunque attribuito fino a dicembre scorso, in aperta violazione con il decreto del Presidente della Repubblica del 20 Luglio in cui si sanciva formalmente il risultato referendario. Per il 2012 invece l'ATI 4 ha stabilito che la remunerazione del capitale investito venga sì tolta dalle bollette, ma contemporaneamente ha incrementato tutte le altre componenti della tariffa idrica; i cittadini dunque continueranno a pagare le bollette più care dell'Umbria, esattamente come i privati presenti nel SII continueranno a fare i profitti loro garantiti. Il PRC di Terni ritiene che sia giunto il momento per i Comuni di operare una netta discontinuità con un modello di gestione che non garantisce la tanto auspicata efficienza, ma che con il sistema degli ATI ha di fatto esautorato gli organismi elettivi del proprio ruolo. Non è sufficiente, come fa invece l'ATI 4, appellarsi alle disposizioni del Decreto Ministeriale del 30 novembre 2009 e limitarsi alla pubblicazione degli elenchi dei contribuenti che hanno diritto al rimborso; non è sufficiente togliere dalle bollette la remunerazione del capitale investito per poi lasciarne invariato l'importo. Non solo le migliaia di cittadini che in questi anni hanno pagato per un servizio non reso vanno risarciti, ma tutti i contribuenti del SII hanno diritto a vedersi ridotta la tariffa idrica per un importo pari al famoso 7% relativo alla remunerazione del capitale investito. Su queste tematiche invitiamo la cittadinanza a sostenere la campagna di autoriduzione della bolletta promossa dal forum italiano per l'acqua bene comune; serve una risposta all'altezza delle esigenze di equità, legalità e trasparenza, che sono il principio ispiratore dello straordinario risultato dei referendum dello scorso giugno.