Tutto male e nel peggiore dei modi. L’era Unicusano per la Ternana non è iniziata con buoni auspici, ma questo lo si era già capito dal giorno in cui il patron Stefano Bandecchi era arrivato in elicottero al Liberati parlando di serie A in due anni, dopo aver ‘silurato’ Liverani (artefice del miracolo salvezza la scorsa stagione) e l’ottimo ds Danilo Pagni, per trasferire il ‘pacchetto Fondi’ a Terni, con tanto di cambio nome della società. L’operazione marketing è andata subito a buon fine, quella sportiva non proprio.
Da subito mister Sandro Pochesci era entrato nei cuori dei tifosi rossoverdi, più per simpatia che per meriti sportivi in realtà, visto che sul campo il tecnico ha raccolto la miseria di neanche un punto a partita; nonostante il ds Evangelisti lo abbia definito ‘genio’.
I titoloni ‘comprati’ su quotidiani nazionali, gli show mediatici del mister sempre più schiavo del suo personaggio, l’exploit iniziale di un calcio arrembante e ultra-offensivo (buono nelle prime tre giornate, ma poi subito neutralizzato dagli avversari) avevano in un primo momento ‘conquistato’ l’opinione pubblica, troppo impegnata in dispute extra calcistiche per accorgersi che la Ternana Unicusano era in sostanza una squadra mediocre, costruita senza il giusto equilibrio di esperienza, tecnica e giovani promesse. Ma questo non si può dire, per non suscitare il risentimento di qualcuno; che nel campionato cadetto serva esperienza e un minimo di conoscenza del mestiere non è certo roba da ‘giornalisti stregoni’, ma è un concetto alla portata di tutti i tifosi che abbiano visto ‘qualche partita’ di serie B.
Fino a ieri sera. Ennesima partita buttata dai rossoverdi che hanno palesato tutti i loro limiti tecnici e di tenuta nervosa in una gara affrontata con scarsa lucidità e applicazione; un 2-2 al termine del quale è arrivata una telefonata al presidente Ranucci dal patron Bandecchi che ha annunciato l’esonero di Pochesci, che se avesse un po’ più di amor proprio avrebbe dovuto rassegnare le sue dimissioni dopo la decisione della società di mettergli il ‘bavaglio’ e di affiancargli un tutor durante le conferenze stampa.
Ora occorre non sbagliare nella scelta del successore di Pochesci, per capire se questa squadra riesce ad esprimersi ai suoi massimi livelli solo in virtù della guida dell’allenatore laziale, e questo sarebbe una sventura, oppure se in mano esperta e saggia possa far vedere qualcosa di meglio.
Certo è che in giro di Liverani non ce ne sono molti, e a vedere le altre squadre che competono per la salvezza un po’ di preoccupazione è più che legittima.