Sellano, domenica 6 gennaio grande festa nella Chiesa di S. Maria Assunta - Tuttoggi.info

Sellano, domenica 6 gennaio grande festa nella Chiesa di S. Maria Assunta

Redazione

Sellano, domenica 6 gennaio grande festa nella Chiesa di S. Maria Assunta

Sab, 05/01/2013 - 09:15

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Domenica 6 gennaio, Epifania del Signore, alle ore 11.00, nella chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in Sellano, l'Arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, presiederà una solenne concelebrazione eucaristica nel corso della quale restituirà alla chiesa la preziosa macchina barocca dell'altare maggiore, smontata dopo il terremoto del 1997. L'opera è stata restaurata grazie al generoso contributo di mons. Antonio Buoncristiani, arcivescovo metropolita di Siena-Montalcino-Colle di Val d'Elsa, molto legato ai territori di Cerreto di Spoleto e di Sellano: vi è nato e vi è stato educato alla fede. Buoncristiani sarà presente alla cerimonia e concelebrerà insieme a mons. Boccardo e ai sacerdoti del territorio. Il restauro è stato eseguito presso il laboratorio di Roberto Saccuman di Perugia. La Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell'Umbria, con competenza e professionalità, ha seguito da vicino il restauro. Saranno presenti le autorità civili e, naturalmente, gli abitanti di Sellano molto legati alla chiesa di S. Maria Assunta.

Relazione storico artistica e descrittiva dell'altare
L'imponente macchina dell'altare maggiore della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in Sellano è composta da manufatti lignei di diversa provenienza, datazione e stile che sono stati assemblati in epoca non recente e danno vita a questo originale complesso artistico. La base in pietra dell'altare, rettangolare e sormontata da due gradini, è rivestita sul retro da una serie di sportelli in legno di noce, i cui pannelli sono delimitati da cornici modanate seguite da una fascia intagliata ad “unghiatura” che, assieme al rivestimento delle parti laterali, decorate a finto marmo e suddivise in specchiature delimitate da cornici dorate, sembrano essere gli unici elementi originali dell’opera in oggetto. Sul fronte dell'altare è stato inserito un paliotto databile XVII secolo, riccamente intagliato con motivi floreali policromi, raccordato alla preesistente struttura da tamponature in legno e multistrato. È stato rivestito anche il fronte del grado con tavole in legno di abete, mentre il retro mantiene la sua decorazione a finto marmo con leggeri tratti blu su fondo bianco. Sul grado si inserisce un piccolo tabernacolo dorato e decorato a finto marmo del XVIII secolo a pianta quadrata, delimitato sul fronte da imponenti lesene. Sul fronte si apre lo sportello sormontato da un festone intagliato che scende lateralmente, mentre, al centro, è inciso ed evidenziato con meccatura un calice con l'ostia.
Un elemento decorativo che si conclude con il volto di un putto alato fa la base di appoggio al monumentale tabernacolo poligonale finemente intagliato e dorato a forma di tempio rinascimentale a pianta centrale. La struttura architettonica è suddivisa in tre ordini sovrapposti: il primo, a base ottagonale, è costituito da un basamento che funge da piedistallo alle sovrastanti colonne corinzie che scandiscono verticalmente i lati e propongono l'alternanza di un elegante portale rinascimentale sormontato da un pellicano, con i lati contenenti delle nicchie al cui interno sono intagliati gli evangelisti. Sopra alle nicchie si aprono finte finestre chiuse da una grata elegantemente traforata, il tutto concluso da un festone di fiori e frutta intrecciata. L'ordine è concluso da un fascione intagliato con motivi a palmetta, sormontato sui quattro lati principali da un frontone spezzato. Il secondo ordine, sempre a pianta ottagonale, è scandito da colonne corinzie che suddividono i lati che ospitano le nicchie contenenti sculture figurate. Una balaustra di finissime colonnine conclude questo ordine, sul quale si inserisce la cupoletta suddivisa da nervature che delimitano gli spicchi lavorati a squame. Tracce esistenti fanno pensare che probabilmente la cupola era conclusa da un globo sormontato dal Cristo risorto. Secondo la tradizione questo tabernacolo sarebbe stato realizzato per la chiesa di S. Maria Maggiore a Roma, ma rifiutato perché troppo piccolo per l'importanza della basilica romana; i sellanesi che lavoravano a Roma si tassarono e lo acquistarono per il proprio paese. Completano lateralmente il monumentale tabernacolo, due imponenti angeli policromi in legno della prima metà del XVII secolo.


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