L’investitura di Gianpiero Bocci quale segretario regionale del Partito democratico era stata quasi unanime, martedì sera, all’Assemblea del partito. L’accordo Bocci-Marini sembrava aver chiuso la strada ad altre soluzioni, a parte il tentativo del ticket giovane Pensi-Meloni ad impersonare l’anima leonelliana “tradita”. E invece il 16 dicembre sarà competizione vera. Perché anche Walter Verini, deputato dem di fede veltroniana, che aveva dato la propria disponibilità a traghettare il partito verso qualcosa di nuovo e di più ampio, dopo la batosta dello scorso marzo (bissata in molte città dell’Umbria dal risultato delle amministrative), non è spaventato dall’accordo tra bocciani e mariniani. Un “accordo tra correnti – lo liquida Verini – che sono in fondo facce della stessa medaglia“. E allora, è la proposta del parlamentare dem, chi vuole un Pd veramente unito, non nel nome di tregue che guardano al passato, lo segua.
“In questi giorni e in queste settimane – spiega Verini – sono stati in tanti quelli che mi hanno chiesto di dare una mano, per provare a ridare senso e ruolo al Partito Democratico dell’Umbria. Questi inviti continuano e anzi si intensificano ancora di più in queste ore. Credo che sia giusto, da parte mia, non sottrarsi. Credo sia giusto impegnarsi per questo, insieme a tante e tanti che pensano che, anche l’Umbria, abbia bisogno di un Partito Democratico aperto e in grado di confrontarsi ogni giorno con la società, di ricostruire nelle città e nella regione un centrosinistra unito, popolare, aperto davvero al mondo civico, alle associazioni, e, in particolare, alle nuove generazioni. Un Partito democratico che la smetta di litigare o di fare accordi tra correnti (che sono in fondo facce della stessa medaglia) e pensi – in modo sinceramente unitario – a idee, programmi, soluzioni ai problemi quotidiani e veri dei cittadini. Nei prossimi giorni – annuncia – cercherò di spiegare meglio possibile i motivi e le idee alla base di questa decisione”.
E dire che l’accordo trovato a Perugia intorno a Giuliano Giubilei sembrava aver messo in fila anche i seguaci umbri di Veltroni, che un ruolo sembra l’abbia avuto nella scelta del giornalista Rai. Ma l’unanimità trovata nell’Assemblea cittadina – di presenze, oltre che di alzate di mano – non c’è stata martedì sera. Ed ora si spiega il motivo.
Intanto, le primarie del Pd “tagliano” anche la Giunta regionale, con il vice presidente Fabio Paparelli (l’unico inquilino dem di Palazzo Donini assente martedì sera) che ha scelto Zingaretti per il nazionale e Verini per l’Umbria.