"Se vai alla cena aziendale ti ammazzo", arresti domiciliari per l'ex fidanzato geloso

“Se vai alla cena aziendale ti ammazzo”, arresti domiciliari per l’ex fidanzato geloso

Redazione

“Se vai alla cena aziendale ti ammazzo”, arresti domiciliari per l’ex fidanzato geloso

Il 22enne anche dopo la fine della relazione aveva preteso di controllare le chat della ragazza. A nulla era valso il precedente divieto di avvicinamento
Sab, 05/04/2025 - 11:42

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E’ arrivato a minacciarla di morte se avesse partecipato alla cena aziendale con i colleghi. E l’aveva costretta a mostrargli le chat, anche dopo che si erano lasciati. Una gelosia ossessiva quella del 22enne folignate, proseguita appunto anche dopo la fine della relazione con la ragazza.

A seguito della denuncia di lei, il 22enne recentemente era stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento alla ex fidanzata, vittima di una serie di condotte integranti i reati di violenza privata, lesioni personali, danneggiamento e minacce.

La situazione era degenerata al punto che, in talune occasioni, si era spinto sino a minacciarla di morte e ad aggredirla fisicamente, procurandole lesioni per le quali la donna aveva avuto necessità di cure mediche.

Anche dopo l’esecuzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento, il giovane, dopo un primo periodo di osservanza del divieto, ha proseguito con la propria condotta, violando il provvedimento e minacciandola.

La circostanza ha ingenerato nella vittima uno stato di ansia e paura che l’hanno indotta a chiedere aiuto alla Polizia di Stato.

Stante la gravità della situazione, una volta effettuati i necessari accertamenti sull’ultimo episodio, la Procura della Repubblica di Spoleto ha richiesto un immediato aggravamento della misura cautelare a carico del 22enne ed il gip presso il Tribunale ha effettivamente emesso un’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari.

Acquisito il provvedimento, gli agenti hanno provveduto a rintracciare il 22enne e lo hanno tratto in arresto in esecuzione dell’ordinanza cautelare.

L’indagato deve presumersi innocente sino alla sentenza di condanna definitiva.

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