E’ del 13 febbraio, la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale Umbria che ha accolto il ricorso del comitato di genitori “A Scuola” dell’ordinanza regionale numero 14 del 6 febbraio nei punti in cui si disponeva l’interruzione sino al 21 febbraio di tutti i servizi socioeducativi per l’infanzia (0-6 anni), statali e paritari, dei comuni in zona rossa.
Una sentenza, che come si può immaginare ha creato varie reazioni a livello istituzionale.
Pronte le reazioni di alcuni comuni, come quello di Foligno e quello di Marsciano che hanno immediatamente firmato un’ordinanza sindacale per confermare la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado fino al 21 febbraio (come originariamente da atto regionale).
La maggioranza dei sindaci invece ha preferito attendere la riunione con ANCI Umbria che si è tenuta oggi alle 12, per ottenere indicazioni e un confronto per una migliore valutazione della sentenza del Tar.
Anci Umbria ha messo a disposizione dei primi cittadini una consulenza legale (Avv. Giuseppe Caforio) e la realizzazione di una “ordinanza base per tutti i Comuni coinvolti nella zona rossa, contenente concetti uniformi ed elementi tecnici sanitari e giuridici, su cui, poi, ciascun Comune, nella pienezza della propria autonomia, potrà muoversi”.
Anci Umbria ha inoltre richiesto alla sanità umbra e alla Regione Umbria un documento che attesti la gravità della situazione, una relazione epidemiologica sull’attuale situazione Covid, a supporto di eventuali decisioni dei sindaci.
A seguito delle prime ordinanze comunali di ulteriore chiusura di nidi e materne il comitato di genitori “A Scuola” annuncia ulteriori azioni affinché le classi dei bimbi da 0 a 6 anni, come annunziato in una nota
“Apprendiamo da vari articoli di giornali e da notizie pubblicate su Facebook, che alcuni Sindaci dei Comuni umbri della Zona Rossa starebbero valutando la possibilità di emanare Ordinanze di chiusura dei servizi socio-educativi 0-6 anni, con decorrenza da domani, nonostante il Presidente del TAR UMBRIA Raffaele Potenza ieri abbia decretato la riapertura immediata degli asili nido e scuole dell’infanzia pubblici e paritari nei su detti Comuni.
Siamo inoltre a conoscenza che da ieri si stanno susseguendo numerose riunioni tra i Sindaci dei Comuni indette dall’Anci. Il Comitato “A scuola” informa che, qualora i Comuni non si adattassero al decreto del TAR, i genitori interessati sarebbero pronti ad impugnare eventuali Ordinanze Sindacali.”
In merito a questa situazione Uil Scuola Umbria segnala che “questa decisione, oltre a mettere la sanità umbra in ulteriore difficoltà, visti i casi di contagio in notevole aumento, e che la variante colpisce di più i bambini, mette in grossa difficoltà il personale di queste scuole“.
Così Lucia Marinelli, segretaria regionale Uil Scuola Umbria. “Si sa, perché segnalato sin troppo spesso – prosegue Marinelli –, che i piccoli alunni non indossano le mascherine e che è pressoché impossibile mantenere le distanze, con grandi rischi per il personale docente e Ata.
Non è nel nostro interesse alimentare contrapposizioni con i genitori, con cui, anzi, condividiamo gli obiettivi educativi dei loro figli, in un quadro di comunità educante assolutamente prioritario. Riteniamo, pertanto, che sia importante un intervento delle istituzioni tutte, Regione e Comuni coinvolti, a garanzia del diritto alla sicurezza del personale e degli stessi piccoli studenti, e invitiamo i genitori a intervenire presso le stesse per ottenere dei provvedimenti che garantiscano sì il diritto allo studio dei propri figli, senza dimenticarci che la salute e la sicurezza è un bene primario per tutti i cittadini e i lavoratori, a cui noi, come sindacato, dobbiamo, prima di tutto, rendere conto”.
Al termine della riunione con ANCI sono diverse i comuni che hanno deciso per la riapertura.