La scuola primaria di Villa Redenta sarà demolita e non ricostruita, con il plesso che dovrebbe essere trasferito all’interno di un altro istituto scolastico (non è chiaro se la media “Manzoni” o la “Francesco Toscano”), anche se mantenendo formalmente la sua autonomia ed identità. Nel frattempo, però, verrà intitolata a Maria Antonietta Albanese D’Angerio.
La notizia della volontà di abbattere il plesso vicino allo svincolo nord di Spoleto, costruito nel 1985 e che nell’anno scolastico terminato a giugno ospitava 5 classi a tempo pieno, era emersa a marzo. Ora l’ufficializzazione al Consiglio comunale l’ha data l’assessora Manuela Albertella, mentre già qualche giorno fa il commissario straordinario alla ricostruzione post sisma Guido Castelli aveva pubblicamente confermato la richiesta dell’amministrazione comunale guidata da Andrea Sisti di spostare i soldi per i lavori sulla scuola di Villa Redenta per la media Dante Alighieri.
Già a marzo, come detto, era trapelata la volontà del Comune di Spoleto di spostare i soldi previsti per i lavori di adeguamento sismico della scuola elementare di Villa Redenta (ad alto rischio di vulnerabilità sismica) per la ricostruzione della media Dante Alighieri, risolvendo così varie questioni che interessano il terreno della primaria (un contenzioso sull’esproprio, il passaggio al di sotto della condotta idrica, la vicinanza ad un’azienda a rischio incidente rilevante) ma anche la situazione bloccata sulla secondaria di primo grado. Per quest’ultima, infatti, i finanziamenti stanziati in passato dalla struttura del commissario straordinario alla ricostruzione non sono sufficienti dopo le scelte operate dalla Giunta de Augustinis, che appena insediata aveva stoppato la delocalizzazione nell’area di San Paolo inter vineas (con il plesso che altrimenti avrebbe potuto già essere costruito e funzionante da tempo) per la volontà di effettuare i lavori nella sede storica, innescando anche un contenzioso sulle spese di progettazione sostenute in passato.
Il sindaco Andrea Sisti, interpellato dalle opposizioni in consiglio comunale a fine marzo sulla questione, si era limitato ad accennare ai “problemi di quella scuola, che non sono solo dell’esproprio, della vulnerabilità, del passaggio dell’impianto idrico dell’Argentina. Ci sono tutta una serie di criticità che noi abbiamo valutato e vanno valutate. Sono valutazioni di ordine tecnico che vanno affrontate nella giusta sede” aveva chiuso il primo cittadino. Della questione, però, non si è più parlato in questi mesi. Se non un paio di settimane fa quando in una conferenza stampa il commissario alla ricostruzione Guido Castelli aveva confermato la richiesta del Comune di Spoleto di spostare i soldi previsti per Villa Redenta sul progetto della Dante Alighieri.
L’occasione per chiarire la situazione nella sede preposta, vale a dire il Consiglio comunale, l’ha data la discussione – nell’ultima seduta della massima assise cittadina – della mozione per intitolare proprio la scuola elementare di via Camillo Bezzi a Maria Antonietta Albanese D’Angerio, già assessore e dirigente scolastica di Spoleto, scomparsa nel 2016. La proposta presentata dalla vicepresidente del Consiglio Maura Coltorti (Ora Spoleto) ha però scatenato la presa di posizione di Giancarlo Cintioli (Insieme per Spoleto).
Se infatti l’idea di intitolare una scuola alla Albanese D’Angerio è stata condivisa unanimemente, le perplessità sono sorte in merito al futuro del plesso di Villa Redenta (non sono chiari tra l’altro anche gli intendimenti sull’adiacente scuola materna). Cintioli ha infatti ricordato come la mozione sia stata depositata a settembre 2023, ma “nel frattempo sulla scuola di Villa Redenta sono emersi molti dubbi e molte perplessità: mi risulta che volontà del sindaco Sisti sia di spostare i soldi per la demolizione e ricostruzione di Villa Redenta sulla Dante Alighieri”. “Per il rispetto di Maria Antonietta – ha aggiunto il consigliere comunale di minoranza rivolto alla Coltorti – le chiedo di soprassedere oggi per evitare che poi tra qualche mese si trovi in difficoltà, perché se sono vere le notizie che circolano, mi sentirei in colpa, votando a favore di questa mozione, se poi dopo qualcuno decidesse di andare a demolire una scuola a cui abbiamo dato un’intestazione importante, a una persona che veramente lo meriterebbe”.
L’esponente di Ora Spoleto, però, ha ammesso che “questo dubbio è venuto anche a me, ma il fatto di intitolare una scuola è un segno di riconoscimento e se anche la scuola di Villa Redenta cambiasse luogo, il nome rimarrebbe quello”.
A chiarire ufficialmente la questione è stata l’assessora Manuela Albertella. “E’ ufficiale, abbiamo chiesto all’ufficio della ricostruzione la rinuncia del finanziamento per l’adeguamento sismico della scuola di Villa Redenta. Questo diventa funzionale in una trattativa che stiamo facendo e sta agli sgoccioli per avere il decreto definitivo sulla Dante Alighieri. Questo perché, vista la denatalità molto ingente di Spoleto e visto che andiamo a restaurare diversi edifici scolastici che una volta sistemati sarebbero parzialmente vuoti, c’è la possibilità di spostare – ma non di accorpare – dei plessi scolastici. La scuola di Villa Redenta rimane autonomo, viene soltanto fisicamente spostato in un altro luogo”.
Dove, l’esponente della Giunta non l’ha detto. Nei mesi scorsi era emersa l’idea di un trasferimento nei locali della “Manzoni”, anch’essi al centro di futuri lavori, con l’ipotesi invece che la “Francesco Toscano”, una volta ricostruita, possa ospitare la scuola dell’infanzia di Villa Redenta, probabilmente anch’essa demolita e non ricostruita, se non fosse altro perché sorge in parte nel medesimo terreno al centro del contenzioso per un esproprio mai formalizzato. Ma la stessa primaria potrebbe essere invece trasferita nei locali della “Toscano”. Di certo, prima occorrerà realizzare i lavori in questione, dunque se ne parlerà comunque concretamente tra qualche anno.
Tornando al consiglio comunale, Cintioli ha continuato però a manifestare perplessità: visto che la rinuncia al finanziamento per Villa Redenta è stata fatta, – ha chiesto – “perché quando la settimana scorsa è stata fatta la variazione del bilancio, dentro al discorso del piano triennale delle opere pubbliche, questo non è stato comunicato? Vi state dando la zappa sui piedi”. Una questione però chiusa subito dal presidente del Consiglio comunale Marco Trippetti, che sottolineando “non c’è attinenza” con la discussione della mozione, è passato oltre.
Il tema della demolizione della scuola di Villa Redenta è stato poi ripreso durante la discussione della mozione di intitolazione di un plesso cittadino alla D’Angerio. Mozione che al di là delle polemiche, è statata votata favorevolmente all’unanimità dei presenti, che hanno ricordato in modo bipartisan la lungimiranza e la straordinarietà della compianta spoletina.
In particolare, il capogruppo di Obiettivo Comune Sergio Grifoni ha voluto ricordare un aneddoto personale: “Erano gli anni ’90, io ero assessore alle prime armi, era il periodo di Tangentopoli, dove il sospetto aleggiava non solo nelle aule del Parlamento ma anche in quelle dei consigli comunali. Io ricordo che da assessore ereditai una pratica che non avevo istruito io e rischiai di incorrere in omissione di atti d’ufficio, quindi firmai quella pratica. Mi arrivò l’avviso di garanzia per abuso di atti d’ufficio (poi venni assolto), correttamente presentai le dimissioni. Ricordo con piacere che chi prese la parola per primo per respingere le dimissioni fu la signora D’Angerio, che riservò anche delle parole nei miei confronti di apprezzamento. Dal punto di vista politico non mi aspettavo di certo questo (erano due parti politiche opposte, ndr) ma mi risollevò moralmente. Mi sono sentito sempre moralmente in debito con la signora D’Angerio, l’ho ringraziata, ma non ho avuto mai l’occasione per mostrarle un’adeguata riconoscenza, questa è l’occasione per dimostrarle il mio grazie”.