Scs, clamoroso Giovanni Antonini rischia la presidenza. In 4 pronti a sfiduciarlo. Fine di un’era? - Tuttoggi.info

Scs, clamoroso Giovanni Antonini rischia la presidenza. In 4 pronti a sfiduciarlo. Fine di un’era?

Redazione

Scs, clamoroso Giovanni Antonini rischia la presidenza. In 4 pronti a sfiduciarlo. Fine di un’era?

Sab, 29/10/2011 - 22:40

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Carlo Ceraso
Giovannino Antonini potrebbe avere le ore contate da presidente della Spoleto Credito e Servizi, holding che controlla la Banca Popolare Spoleto. Nei suoi confronti, infatti, come pure del vicepresidente Marco Bellingacci, a quanto può anticipare Tuttoggi.info, è stata presentata una mozione di sfiducia da parte di 4 dei 7 consiglieri Scs. Il documento è stato protocollato giovedì scorso, ma solo in queste ore se n’è avuta conferma. Da alcune settimane per la verità si mormorava di un ‘ribaltone’ all’interno del board di Piazza Pianciani, il secondo in otto mesi, dopo l’inaspettato defenestramento dell’ex presidente Fausto Protasi costretto a farsi da parte per lasciare lo scranno ad Antonini, in cerca della poltrona dopo esser stato cacciato da Banca d’Italia da quella di presidente Bps. Quando si dice uscire dalla porta per rientrare dalla finestra.
La sfiducia – che il modo di fare del dominus fosse mal digerito è apparso chiaro in questi mesi, dove più volte il Cda si sarebbe trovato ad approvare delibere con il minimo scarto. Insomma finiva spesso 4 a 3. Per Antonini, ovviamente. Qualcosa però in questi ultimi tempi sembra che si sia definitivamente spezzato e la partita ora potrebbe terminare 3 a 4. Senza palla al centro. Gli occhi di tutti sono puntati sul vicepresidente vicario Danilo Solfaroli, fino a pochi mesi fa fedelissimo di Antonini ma ultimamente distante anni luce. E proprio la sua firma oggi fa la differenza su quel foglio che potrebbe significare il tramonto di Antonini. Una firma messa a fianco di quelle di Protasi e dei consiglieri Francesco Cucchetto e Fabrizio Raggi. Al momento dunque, virtualmente parlando, la minoranza sarebbe composta dal presidente Antonini insieme a Bellingacci e al consigliere Michelangelo Zuccari (che riveste anche la carica di vicepresidente vicario della controllata Bps).
I motivi – impossibile al momento conoscere cosa abbia spostato l’ago della bilancia lontano dal presidentissimo. Ma è altrettanto evidente che se i 4 consiglieri sono arrivati a mettere nero su bianco la mozione di sfiducia, ogni tentativo di chiarimento interno è saltato. Antonini in effetti nelle ultime settimane avrebbe rinviato per ben 2 volte di riunire il Cda, probabilmente per evitare che venisse avanzata ufficialmente la mozione di sfiducia. C’è chi dice che sarebbe in atto un piano per cedere la banca, chi invece sostiene che il board è stufo di atteggiamenti e comportamenti del presidente. Il quale, a microfoni spenti, conferma l’azione dei consiglieri ma minimizza la vicenda, affermando che tutto è già stato risolto. Tanto da raccontare con enfasi che sabato prossimo sarà a Palazzo Cesaroni a ritirare un premio. E ci andrà da presidente! Come a dire che fino a quella data sarà ancora in sella all’istituto di credito. Quale Premio non lo dice ma è presto detto: il 5 novembre, nella Sala della Partecipazione, sarnno consegnati i riconoscimenti di “UmbriamiaUmbria – Città di Todi”, evento che tanti malumori ha già suscitato (clicca qui) e persino una interrogazione consigliare (qui).
Il giorno della verità – le parole di Antonini sembrano però infrangersi davanti ad una realtà che appare diversa. Che sia preoccupato lo testimoniano alcune persone a lui vicine. Una di queste confida che proprio giovedì sera (giorno in cui è stata depositata la mozione di sfiducia) Antonini avrebbe annullato un viaggio a Montecarlo fissato da tempo per questo week end. Non solo. Anche la convocazione del Cda non sembra per così dire imminente. Il n. 1 di Scs, per sua ammissione, sempre a microfoni spenti, ha convocato infatti il board per lunedì 7 novembre, quando saranno ormai passati 12 giorni solari dalla lettera di Solfaroli & Co. Un tempismo inusuale a guardare almeno i precedenti: nel 2008, nonostante il Natale, Antonini guidò l’assalto al presidente Fabrizio Cardarelli in appena 5 giorni sostituendolo con Protasi (23 dicembre la richiesta, 27 dicembre il defenestramento). Ne ha impiegati pochi di più a febbraio di quest’anno, 7 giorni per la precisione (21-28), per prendersi lo scranno di Protasi. Se è poi vero che la richiesta di giovedì contiene la procedura di urgenza (lo Statuto Scs prevede genericamente meno di 5 giorni dalla richiesta), sembra proprio che Antonini stia cercando di guadagnare tempo. Forse nell’estremo tentativo di convincere uno dei 4 firmatari a cambiare intenzione al momento del voto.
Fine di un’era? – difficile sapere come andrà a finire. L’impegno sottoscritto dai 4 sembra destinato però ad esser mantenuto: risulterebbe infatti troppo imbarazzante, e ancora una volta poco comprensibile, un cambio di rotta dell’ultimo minuto. Ma le storie recenti di Bps e Scs insegnano che non ci si può mai fidare dei colpi di scena, di strategie e contro-strategie degne delle migliori spy-story. In questo Antonini è temutissimo da tutti, alleati e nemici giurati. Certo questa tegola complica anche un certo suo dinamismo rivolto recentemente anche alla politica attiva. Dicono i bene informati che starebbe puntando al controllo del Pdl provinciale e comunale, condicio necessaria per una eventuale candidatura al Senato. Insomma, in vista per lui ci potrebbe essere un altro scranno, ancor più autorevole e remunerato. Bisognerà comunque vedere come finirà fra 8 giorni, quando si darà inizio alla votazione di sfiducia prevista a scrutinio segreto. Il risultato chiarirà se per lui è definitivamente cominciata la discesa o se si sarà trattato di un incidente di percorso. Antonini comunque non è certamente uomo disposto a mollare. Lo sanno tutti. Ad una tv locale poco tempo fa, nell’occhio del tornado Bankit, disse spavaldamente “sono un combattente, vengo dalla strada”.
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