A pochi giorni dall’inizio della 64esima edizione del Festival dei due Mondi di Spoleto, la città ducale stamattina si è risvegliata con gran parte del centro storico imbrattato da scritte – in alcuni casi anche lessicalmente discutibili.
Le frasi, di chiara matrice anarchica, sono apparse questa volta in molte vie della città. Una notte di produzione prolifica per l’autore dei graffiti realizzati con vernice spray, sia in vicoli di minor passaggio che su palazzi storici e di grande importanza com Palazzo Collicola, sede della Galleria d’Arte Moderna Giovanni Carandente , dove solo pochi giorni fa è stata installata una nuova opera scultorea e presto saranno inaugurate le mostre d’arte del Festival.
I messaggi murali, purtroppo già apparsi più volte per le via della città, e più volte cancellate da enti, proprietari e cittadini volenterosi, inneggiano anche questa volta alla libertà di alcuni anarchici detenuti per aver imbrattato muri e fatto esplodere fumogeni, bombe carta e ordigni esplosivi ai danni, rispettivamente di luoghi simbolo come sedi di giornali e di partito.
Altre scritte invece inveiscono contro forze di polizia, Fincantieri e minacciano violenza, richiamando alla ribellione. Le scritte sono apparse sotto al Teatro Romano, in Via Giustolo, piazza Carducci, sul retro e sulla facciata di Palazzo Collicola.
Al momento non è stato ancora possibile individuare “l’artista” che ha fatto dono alla cittadinanza di tale opera. Sicuramente, però, la scelta di usare le vie storiche di Spoleto come tela per dipingere tutta la propria frustrazione lascia quantomeno perplessi; la protesta ideologica, difatti, non può mai essere mescolata alla deturpazione di ciò che è collettivo in nome della giustizia sociale e dei diritti comuni.