Utilizzare non le radiazioni ionizzanti a raggi X, ma una nuova tecnologia a microonde, chiamata Mammowave, che potenzialmente permette di dare l’opportunità a 98 milioni di donne in Europa di accedere a programmi di prevenzione (fascia d’età 20-49 anni) con lo screening del tumore al seno. È l’obiettivo di MammoScreen, l’innovativo progetto per lo screening del cancro al seno, cofinanziato dalla Commissione Europea, che prevede un budget complessivo di 7 milioni di euro per quattro anni. E che vede l’Umbria in prima fila, con un’azienda di Rivotorto di Assisi.
Tra le aziende chiamate a validare MammoWave, tecnologia che usa microonde al posto delle radiazioni ionizzanti, come strumento di screening del tumore seno, c’è infatti la Umbria Bioengineering Technologies (UBT), con sede a Rivotorto di Assisi, che fa parte del Consorzio internazionale formato da sette partner, coordinati da Fondazione Toscana Life Sciences che che sviluppa dispositivi medici di imaging basati su una tecnologia brevettata, impiegando le microonde al posto delle radiazioni ionizzanti.
Il tumore al seno, una delle forme di cancro più comuni tra la popolazione femminile mondiale, colpisce 1 donna su 8. Nel 2020, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità, il tumore alla mammella è stato diagnosticato in 2,26 milioni di donne con 685.000 decessi in tutto il mondo. MammoScreen nasce dunque con l’obiettivo di generare evidenza scientifica sull’uso della tecnologia MammoWave come strumento di screening del seno all’interno di programmi basati sulla popolazione e promossi dai sistemi sanitari regionali o nazionali.
“MammoWave, ideato e brevettato da UBT – spiega Gianluigi Tiberi, co-ideatore e co-fondatore, Responsabile Ricerca&Sviluppo di UBT SRL – è una soluzione innovativa e sicura per il rilevamento delle lesioni mammarie. Utilizzando segnali a radiofrequenza nella banda delle microonde, la sua tecnologia è non-ionizzante (senza raggi X), quindi senza rischio di radiazioni. La validazione clinica di MammoWave è stata eseguita ad oggi su 500 soggetti. Alla fine del progetto e delle attività cliniche, le donne potranno beneficiare di uno strumento di screening più sicuro, inclusivo, accessibile a tutte le fasce di età e senza necessità di schiacciare la mammella”.