Una vera e propria piazza di spaccio, con bivacchi e tende da campeggio, è stata scoperta nei boschi di Umbertide.
Proprio stamattina (7 ottobre) i carabinieri di Città di Castello, con il supporto delle unità cinofile, hanno portato a termine un’importante operazione antidroga, dando esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Perugia, nei confronti di tre persone – tra i 43 e 49 anni (origini marocchine e albanesi) – accusate di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Solo poche settimane fa, nell’ambito della stessa indagine – coordinata dalla Procura di Perugia – erano già stati raggiunti da misura cautelare altri due giovani – di 23 e 24 anni (origini marocchine) – per i medesimi reati.
L’operazione ha avuto inizio dai primi mesi dell’anno e, col passare dei mesi, ha permesso di acclarare – mediante pedinamenti e servizi di osservazione anche con l’uso di droni – tante cessioni di significative quantità di droga (soprattutto cocaina), presso alcuni bivacchi in zone boschive del Comune di Umbertide.
Ne sono seguiti numerosi controlli dei militari a carico degli acquirenti – circa 20 persone – che si recavano in questi luoghi nascosti a tutte le ore del giorno e della notte, dove peraltro sono stati rinvenuti anche arnesi e materiale per suddivisione e confezionamento della droga.
Nell’eseguire il provvedimento di arresto i carabinieri, svolgendo una rapida ricognizione del sottobosco in cui avveniva lo spaccio, hanno rinvenuto un piccolo accampamento – costituito da una tenda da campeggio, fornelli da campo e generi alimentari – in cui gli indagati dimoravano in attesa di spacciare lo stupefacente agli acquirenti, che solitamente preannunciavano il loro arrivo con una telefonata. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati complessivamente 50 grammi di cocaina, che venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 3500 euro.
Si tratta del primo caso registrato in Altotevere di spaccio all’interno di zone boschive, difficilmente rilevabili se non, come in questo caso, attraverso l’ausilio di mezzi tecnici come intercettazioni o droni. Per tre dei 5 arrestati sono state avviate anche le procedure in materia di immigrazione clandestina, essendo questi privi di permesso di soggiorno. Sono stati inoltre identificati ulteriori soggetti coinvolti nell’attività illecita – marocchini, italiani e albanesi – la cui posizione è tuttora al vaglio della Procura.