Sul Reddito di cittadinanza, la misura introdotta dal Governo gialloverde che farà il suo debutto nei prossimi mesi, è scontro anche in Umbria. Dopo l’incontro tra il ministro Di Maio ed i rappresentanti delle Regioni, la governatrice Marini, in un’intervista al Corriere dell’Umbria, ha manifestato le proprie perplessità circa l’applicazione concreta della misura. Che sulla base della bozza finora conosciuta appare “prevalentemente assistenziale“, ha detto la governatrice, pur non condividendo le posizioni di chi, anche nel Pd, l’ha bollata come mera propaganda.
Un distinguo che però non basta al consigliere regionale pentastellato Andrea Liberati, che attacca:“Il dialogo preferenziale coi poteri forti e con le multinazionali ha da tempo offuscato il Pd e buona parte della
sinistra: Catiuscia Marini, presidente al tramonto della regione più povera del Centro Italia, non sorprende più. Anche oggi, quando, sulla stampa, ha nuovamente boicottato il reddito di cittadinanza”.
Per Liberati l’Umbria presenta “un quadro desolante in cui Catiuscia Marini tende semplicemente a conservare lo status quo, tenendo così nel disagio e nella disperazione troppe famiglie deboli, dimenticando come non esista Paese occidentale europeo privo di questo cruciale strumento di sostegno e di riattivazione sociale ed economica“.
A giudizio del conosigliere pentastellato andare contro il reddito di cittadinanza significa andare contro la storia ed anche contro la posizione assunta dalla sinistra in Europa. E allora sfida Marini sul piano politico, a schierarsi: “Attendiamo pertanto – conclude Liberati – che la presidente di Regione passi dalle parole ai fatti, intestandosi la battaglia più classista della storia contemporanea, promuovendo un referendum contro il reddito di cittadinanza, peraltro già annunciato da pezzi del Pd. Se costoro pensano che un simile spazio politico sia qualcosa di qualificante e volto al progresso civile e sociale, allora davvero buona fortuna”.
Sul piano operativo, intanto, anche la Regione Umbria attende le indicazioni definitive sulla manovra, così da poter strutturare i Centri per l’impiego. Infatti, se le domande del reddito di cittadinanza dovranno essere presentate alle Poste e all’Inps, dovranno essere i Centri per l’impiego a gestire le politiche attive del lavoro al fine di cercare un’occupazione per i beneficiari della misura.