Luca Biribanti
Dopo le allarmanti notizie giunte dalla Finlandia sul possibile spacchemento dei reparti delle acciaierie di Terni, i sindacati hanno organizzato lo sciopero di questa mattina che è partito alle 9.30 dallo stabilimento Tk-Ast di Viale Brin ed è arrivato fino alla prefettura. Migliaia di operai hanno sfilato per difendere il polo siderurgico ternano, da sempre fulcro dell'occupazione in città e fiore all'occhiello dell'industria italiana nella produzione di manufatti in acciaio. Outokumpu, in seguito all'alt della Commissione Europea Antitrust, ha infatti annunciato di voler vendere alcuni comparti dell'azienda (leggi qui), mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro e l'integrità del sito produttivo. Il corteo ha visto una partecipazione massiccia, anche delle cariche istituzionali, tutte strette intorno ai motivi di protesta in questo momento così delicato e difficile per la città di Terni. La manifestazione si è svolta senza disordini, ma una volta arrivati davanti al palazzo del governo, c'è stato un attimo in cui si è temuto il peggio. Il prefetto, ha ricevuto soltanto le delegazioni sindacali e i lavoratori, che si sono visti chiudere in faccia le porte di palazzo del governo, hanno perso la pazienza, quando si sono visti beffati proprio da quelle istituzioni in cui ripongono fiducia per una concreta soluzione della vicenda. E' volato qualche spintone con le forze dell'ordine, che avevano creato un cordone davanti all'entrata dell'edificio, ma la situazione è tornata alla normalità quando è arrivato il nulla osta del prefetto all'accoglimento dei sindacalisti. Il confronto è stato duro, ma il prefetto, si è dimostrato disponibile a condividere le stesse motivazioni che erano state sancite lla vigilia della mobilitazione degli operai; le stesse che i sindacati avevano tracciato con le istituzioni locali nella sala consiliare del comune per decidere i punti sui quali non si deve cedere assolutamente
1 – integrità del sito di Terni in tutte le sue produzioni e articolazioni (Ast, Sdf, Terninox, Tubificio, Titanio), comprese le Ditte terze e il sistema degli appalti;
2- mantenimento del profilo internazionale del sito di Terni, per mantenere inalterato la sua competitività;
3- salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e indiretti;
4 – strategicità delle produzioni ternane per l’Italia e l’Europa.
Inoltre è stata rigettata l’ultima proposta presentata alla Commissione antitrust, ritenendo indispensabile e irrinunciabile, rispetto a qualsiasi ipotesi di scenario presente e futuro il confronto anche con la società cedente per sancire, non solo i criteri di vendita, ma la vincolarizzazione al progetto di cessione.
In relazione alla lettera invita da CGIL CISL UIL, la Direzione Generale Concorrenza della Commissione europea si è resa disponibile ad organizzare una videoconferenza per approfondire l’ambito dell’acquisizione della Inoxum da parte di Outokumpu, ulteriore elemento di confronto oltre a quello della manifestazione.
A dare la notizia dei contenuti del colloquio è stato lo stesso rappresentante della Cgil, Cipolla, che al megafono ha arringato la folla invitando i lavoratori ad una protesta decisa, ma nel rispetto delle regole: “Lo sciopero è stato indetto fino alle 12.30, invito dunque gli operai a tornare in fabbrica, dove avremo modo di approfondire ancora le tematiche discusse col prefetto. LA protesta continuerà oggi pomeriggio davanti alle porte dello stabilimento di Viale Brin con i lavoratori del secondo turno. nell'occasione anche la Ternana Calcio verrà a sostenere la causa dei lavoratori”.
Le parole di Cipolla “Non si tocca un bullone” sull'assoluta fermezza dei sindacati nell'impedire lo 'spacchettamento' della Tk-Ast hanno infiammato la folla che ha risposto con slogan di altri tempi: “il potere deve essere operaio”, si è alzato alle orecchie di chi dovrebbe sentire e invece fa orecchie da mercante. Si rischia davvero di portare all'esasperazione una situazione che è complicata, ma non irrisolvibile, cercando di evitare uno scontro frontale e violento tra quella che rischia di diventare una lotta tra 'operai e padroni'. Tanti i comunicati e le parole arrivate da tutto il mondo della politica, vedremo ora se, oltre alle intenzioni, le forze di governo riusciranno a fare qualcosa di veramente concreto per sbloccare la vicenda Outokumpu a favore del lavoro e dei lavoratori.
La Politica – A sostegno dei lavoratori ternani è arrivata anche la voce dell'On. Domenico Scilipoti: “Nella drammaticità delle realtà siderurgiche di Taranto, Piombino e Terni, viene sintetizzato il totale fallimento italiano delle privatizzazioni”. Così l’Onorevole Domenico Scilipoti, Segretario Nazionale MRN in merito alla sorte toccata ai tre stabilimenti, fino a ieri, fiori all'occhiello dell'industria Italiana, svenduti e depauperati da investitori privi di scrupoli e poco attenti al tessuto economico e sociale dei siti ospitanti. “Pur nella diversità delle vicende e naturalmente delle tipologie produttive, queste tre realtà risentono di un unico comune denominatore: l'IRI che messo in difficoltà da una pessima gestione politica ne ha praticamente sancito la svendita. “Per salvaguardare questi impianti strategici e scongiurare il pericolo della chiusura o dello “spezzettamento” che ne decreterebbe la lenta morte- continua il Deputato MRN- è giunto il momento per il Governo di far sentire la propria voce sui tavoli europei, sempre se dietro a questo attendismo, non si celi una chiara intenzione di deindustrializzare il Paese”. “Se, al contrario, si ritiene, ancora, l'industria italiana strategica e fondamentale per l'economia del Paese- conclude l’On. Scilipoti- chiediamo al professor Monti di far valere la sua tanto sbandierata “credibilità” in ambito europeo per risolvere il problema delle acciaierie di Terni che i finlandesi, forti di uno scellerato accordo con i tedeschi, vogliono smantellare”.
Anche l'Idv fa valere le ragioni degli operai, con lo slogan “Gli operai ternani sono più saggi di Passera” – “Quando gli operai della Terni gridano qui non si tocca neanche un bullone dicono una cosa sacrosanta: la classe politica umbra deve essere solidale con loro e presidiare fisicamente gli stabilimenti per impedire che ci sfilino da sotto il naso un'esperienza centenaria nel campo dell'acciaio”.
Paolo Brutti e Franco Granocchia, rispettivamente segretario regionale e responsabile enti locali dell'Italia dei Valori, sposano la causa dei lavoratori della Terni dopo la decisione della proprietà di smembrare lo stabilimento portando in Finlandia la parte nobile della produzione. “Monti e il ministro Passera – dicono i vertici regionali Idv – anziché limitarsi a dare rassicurazioni, comincino a chiederle. Spieghino all'Europa che le norme antitrust che invitano Outokumpu a cedere una parte dei propri impianti non liberalizzano affatto il mercato dell'acciaio: i tre colossi che oggi si spartiscono la produzione resteranno tali perché nessun quarto attore vorrà competere con loro rilevando una Terni defraudata dei reparti più importanti. Quella europea è una strategia autolesionista che non porta alcun vantaggio e che, anzi, obbligherà i Paesi membri a importare non più il 20, ma il 30 per cento di acciaio da altri continenti. Si scordino che i cinesi o gli indiani vengano qui a produrre acciaio perché continueranno a farlo a casa loro limitandosi a esportare i propri prodotti. E noi dovremmo assistere a questa follia, vedendoci per giunta sottrarre dai finlandesi la produzione a freddo, il fiore all'occhiello che ha reso Terni famosa nel mondo? Ecco perchè gli operai hanno ragione e dimostrano maggiore saggezza dei loro governanti”.
Allo sciopero ha parteicpato anche Confcommercio Terni che solidalizza con i dipendenti Ast: “Anche Confcommercio della provincia di Terni partecipa allo sciopero generale di domani per la difesa dell’integrità del sito produttivo ternano dell’acciaio.
Tutto il mondo del commercio e del terziario in generale si stringe attorno alle famiglie dei lavoratori delle acciaierie e dell’indotto, che stanno vivendo momenti di incertezza e di preoccupazione per il futuro. Il paventato smembramento delle acciaierie, insieme alla perdita della provincia costituirebbe un doppio colpo insostenibile per l’economia del nostro territorio, per evitare il quale la società civile deve reagire con forza”.
Sulla questione è intervenuto anche il segretario regionale del PD, Lamberto Bottini: “Destano viva preoccupazione per il futuro industriale e occupazionale della città di Terni e dell’intera regione le notizie circa la volontà del gruppo finlandese Outokumpu di smembrare e mettere sul mercato pezzi delle acciaierie ternane. I piani della società rischiano di compromettere drammaticamente le prospettive della fabbrica e della città, con ricadute dolorose sull’economia regionale sia in termini di investimenti che in termini occupazionali. Basti ricordare che Inoxum impiega migliaia di dipendenti, tra stabilimento e indotto, per capire la portata di un eventuale drastico calo degli investimenti. Sosteniamo, dunque, con decisione le iniziative intraprese in queste ore dalle istituzioni regionali per salvaguardare l’integrità del sito ternano e chiediamo al Governo nazionale di non rimandare oltre una doverosa assunzione di responsabilità nei confronti della società Outokumpu e della Commissione Europea affinchè si difenda Terni dal rischio disinvestimenti. Domani saremo al fianco dei lavoratori, dei cittadini, dei sindacati e delle istituzioni che parteciperanno allo sciopero indetto dalle organizzazioni sindacali per scongiurare il rischio di smembramento dello stabilimento e il trasferimento dell’impianto più avanzato. Il Pd Umbria contribuirà a supportare un’azione incisiva delle istituzioni locali e nazionali volta a preservare il futuro industriale, strategico per l’Umbria e per il Paese, delle acciaierie di Terni”.
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Articolo modificato alle ore 15.45