E' polemica per quanto accaduto durante la trasmissione La Prova del Cuoco, abbinata alla Lotteria Italia, andata in onda su Rai1 domenica 6 gennaio, con collegamenti da Gubbio condotti da Claudio Lippi e Anna Moroni. Il caso è sbarcato anche in Regione, e tra le parole di Orfeo Goracci e quelle del sindaco Guerrini e dell'Assessore al turismo Bellucci ha avuto una certa risonanza. L'ex sindaco Goracci ha parlato di “scimmiottamenti e pagliacciate”.
Il caso – La polemica monta, dunque, direttamente dall'Università dei Muratori, Scalpellini ed Arti Congeneri di Gubbio: durante la trasmissione, dicono dalla sede, sarebbe stata inscenata una gara che intendeva rievocare la manifestazione dei Ceri, con arceri e ceraioli, che avrebbero offeso la tradizionale festa eugubina del 15 maggio. Qualificazioni inopportune, terminologia sbagliata, mancanza di spiegazioni e di presentazione, che avrebbero così dato un'immagine distorta della città: questo ed altro all'origine del disappunto. Goracci dal canto suo chiede all'esecutivo regionale cosa fare “per censurare tali negativi episodi e per evitare che fatti simili abbiano a ripetersi”.
Alto lo share – La risposta alla vicenda viene anche dall'amministrazione comunale eugubina: Guerrini e l'Assessore al Turismo Bellucci spiegano che “una volta ricevuta la proposta dalla Rai il comune ha inteso condividere con le diverse rappresentanze cittadine l'opportunità di aderire al palinsesto proposto; dal tavolo è emerso il convincimento che, pur consapevoli che il programma televisivo fosse di intrattenimento e varietà e non di altro profilo, fosse quanto mai opportuno cogliere l'occasione quale promozione importante per la Città, anche perchè ancora impreziosita dall'Albero di Natale più grande del mondo. La trasmissione ha vinto la battaglia dello share, posizionandosi al primo posto con oltre 4,5 milioni di telespettatori (il 20,99% di share); ciò, considerato che la puntata è trasmessa oltre che da RaiUno anche sulle frequenze di Rai International, molto seguito dai connazionali fuori dall'Italia, attesta che si è trattato di un'occasione preziosa di promozione turistica per la Città e il suo Albero di Natale.
L'amministrazione si è preventivamente preoccupata di controllare il copione pretendendo che venisse evitato qualsiasi riferimento diretto alle manifestazioni del folclore cittadino – non trattandosi di un programma di informazione o documentaristico – ottenendo anche significative modifiche rispetto all'impianto originariamente proposto, grazie alla disponibilità della Rai.
Le decisioni prese si sono caratterizzate quindi per un metodo di condivisione e partecipazione, per una scrupolosa verifica preventiva e per un'attenzione e una cura massime a che l'artigianato artistico di qualità del territorio nonché i suoi prodotti tipici gastronomici potessero trovare la più ampia forma di espressione e visibilità. Non sfugge lo scivolone effettuato dal conduttore nel momento in cui, improvvisando in diretta, ha fatto inappropriato riferimento alla Festa dei Ceri; da questo l'amministrazione si dissocia completamente, ma non può certo ricondursi tale fatto a negligenza della Città o a disattenzione verso l'immagine che essa sa dare all'esterno.
Oltre 15 minuti in diretta su RaiUno con invito finale a visitare la Città hanno indubbiamente costituito un veicolo di promozione interessante; ben più si ritiene – e vale la pena ricordarlo – di trasmissione del tutto sconnesse ai caratteri peculiari del territorio quali la trasmissione “Velone”, che chi oggi critica ha deciso a suo tempo di ospitare in Città facendo supportare ai cittadini spese per oltre 20.000 euro.
Forse sarebbe bene che una tale sollecita attenzione da parte dei rappresentanti della Città nelle istituzioni venisse riservata alle tante problematiche – dalla crisi occupazionale alle opportunità di sviluppo del territorio, a partire da quella turistica – che meritano di essere affrontate con decisione e che attanagliano la città, invece di strumentalizzare il folclore locale, così caro a tutti gli eugubini, per speculazioni di tipo politico.
L'amministrazione comunale, in chiusura, intende ringraziare tutti i soggetti che generosamente si sono resi disponibili per la preparazione della puntata: la Gubbio Cultura e Multiservizi, i quattro Quartieri cittadini, il Maggio Eugubino, i Balestrieri, gli Sbandieratori, l'Università dei Muratori, GubbioFaCentro, la Coldiretti, la CNA, la Confartigianato, la CasArtigiani, la Confcommercio, i Canonici Lateranensi di S. Secondo, Cinzia Rosati dell'Hotel Beniamino Ubaldi, i ceramisti, gli artigiani, i fornai e i pasticceri eugubini.
L'amministrazione inoltre ringrazia per la disponibilità e si scusa con Maurizio Biancarelli, che ha acconsentito ad anticipare la chiusura della splendida mostra 'Attraverso il silenzio', di grande successo, e il personale del Museo del Palazzo dei Consoli, oltre che il Servizio Turistico tutto”.
La risposta a Goracci – “Di fronte all'utilizzo improprio dei Ceri, della Festa dei Ceri per fini di polemica politica da parte dell'ex sindaco di Gubbio on. Orfeo Goracci, ritengo che le migliori risposte civili e rispettose della Festa e della città possano essere due: fuori la politica dai Ceri e un pizzico di memoria storica per chi invece utilizza metafore ceraiole per scagliarsi contro l'attuale Sindaco e la Giunta definendoli capodieci e muta”. Così il sindaco di Gubbio Diego Guerrini ha voluto commentare le parole di Goracci. “Quanto al primo aspetto – ha continuato il primo cittadino – il linguaggio di Goracci evidenzia come tutto è consentito, compreso l'utilizzo di termini ceraioli pur di fare polemica politica. Ritengo, lasciando da parte la Festa e i valori propri dei Ceri e della Città, che l'Amministrazione comunale insieme ad associazioni di categoria ed ad altre realtà cittadine non possa rispondere di inappropriate, gravi ed inopportune frasi del conduttore nonché della scelta della organizzazione della trasmissione. Erano altri i tempi dove un altro Sindaco condizionava la sua presenza o meno a seconda del gradimento nei confronti del conduttore di iniziative o di trasmissioni televisive. Goracci non è ancora consapevole che non è più Sindaco di Gubbio e non consentirò Lui, con i suoi metodi con il suo linguaggio, di avvelenare il clima civile in questa città. A Goracci dico di dimostrare quante risorse e quanti fatti ha portato per Gubbio il suo ruolo da Consigliere regionale, pagato anche con molte migliaia di euro. Quanto al secondo aspetto mi ricordo nel 2002 quando lo stesso Goracci autorizzò in via eccezionale la sonata del Campanone per le frittate in Piazza Grande di un certo Mengacci. Da Sindaco so bene che le sonate del Campanone hanno un calendario preciso. Francamente una sonata straordinaria per un conduttore di Rete 4 che non faceva altro che le frittate, penso che sia stata uno svilimento della secolare profonda storia delle sonate del Campanone della città. Allora nessuno si scandalizzò, dico nessuno. Mi domando perché. Per concludere non accetto lezioni da cattivi maestri”.
(Ale. Chi.)
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