Città di Castello

Santa Maria della Carità, Secondi “Potrebbero affiorare altri affreschi templari”

Potrebbero affiorare altri affreschi trecenteschi dal sito templare di Santa Maria della Carità a Città di Castello: i lavori di consolidamento e restauro della copertura dell’ex Chiesa sono preliminari alle indagini sulle porzioni murarie attigue al punto dove oggi si può vedere il Cenacolo, datato alla fine del XI secolo.

A dare la notizia è l’assessore ai Lavori Pubblici Luca Secondi, dopo l’aggiudicazione di un pacchetto di interventi per circa 165mila euro, destinati a mettere in sicurezza il tetto e il piano superiore dell’edificio, la cui sagoma è ora visibile da via Borgo Farinario.

I lavori giungono a seguito dell’acquisizione di Santa Maria della Carità da parte del Comune nell’ambito del Contratto di Quartiere attraverso una transazione con la Fat, che ne era proprietaria – spiega Secondi – Il Comune ha iniziato a programmare opere di messa in sicurezza, prerequisito per procedere ai saggi sulla muratura per definire l’esatta collocazione dei dipinti nascosti sotto gli elementi architettonici aggiunti posteriormente. Conoscere questo dato è estremamente importante perché consentirà di formulare ipotesi più circostanziate sull’entità del sito e sulla sua rilevanza storica in un quadrante strategico, accanto a Pinacoteca, ex ospedale, San Domenico e, tra poco, Piazza dell’Archeologia, un’altra attestazione importantissima per i resti che conserva”.

La ex chiesa di Santa Maria della Carità è un edificio del XI secolo, adiacente agli uffici della ex Fat e utilizzata, fino agli anni Ottanta, come essiccatoio del tabacco. A pianta rettangolare, si sviluppa in altezza per 12 metri e la copertura è sorretta da capriate lignee. I domenicani nel XIV secolo la trasformarono in refettorio e ne accorciarono lo slancio di circa la metà con volte a crociera. I lavori prevedono lo smontaggio di questi corpi giustapposti, la loro sostituzione e il posizionamento di pianelle. Oltre alla copertura verrà restaurata la facciata verso via Borgo Farinario, con l’eliminazione delle superfetazioni e la riapertura delle finestrelle del piano più alto, da cui anticamente prendeva luce la chiesa. Le facciate libere verso via delle Santucce e verso Via Oberdan saranno intonacate con una base di calce.

Oggi della Chiesa originaria è percepibile solamente il piano terra, in quanto le volte a crociera si trovano a circa trequarti dell’altezza originaria: gli affreschi dell’epoca templare risultano tagliati e questo fa presupporre che la superficie decorata fosse più estesa. Oltre a questo enorme interesse artistico e scientifico – conclude Secondi – i lavori consentiranno l’apertura al pubblico degli spazi e le visite di cittadini e turisti ad un luogo destinato a riscrivere la storia cittadina, che i tifernati non possono non conoscere”.