Perugia

Sanremo: nel Pd fan di Achille Lauro, Pillon del “direttore” Beatrice Venezi VIDEO

Dal palco dell’Ariston alla politica perugina (e nazionale). I “quadri” di Achille Lauro a Sanremo 2021 diventano argomento di discussione anche tra i politici, in quella piazza virtuale che sono i social.

E così, dopo le accuse del senatore leghista Simone Pillon contro i “divetti trash che si impiumano e bestemmiano la religione cristiana” e quel “palco dell’Ariston trasformato in megafono per le follie Gender“, a sinistra si sono ritrovati ancora più fan del cantante romano.

Nel Pd fan di Achille Lauro

All’inizio della quinta serata, la consigliera Pd Simona Meloni ha commentato così le parole di Pillon: “È dura per il Senatore Pillon accettare … che l’arte e la bellezza siano ancora libere (lo sancisce la Costituzione),… che ci si possa – ancora- esprimere liberamente senza bavagli e senza censura,… che siamo nel 2021 e non nell’alto medioevo e che ,malgrado lui, il mondo va avanti,…che malgrado le ipocrisie e i siparietti a loro cari c’è un mondo che non ha paura di mostrarsi per come è (siamo),Ricordo sommessamente che anche il Senatore percepisce soldi pubblici come rappresentante di uno Stato LAICOE provo una gran soddisfazione nel leggerlo e nel sapere che non sono e non sarò mai come lui. Resisteremo a queste brutture – ha concluso Meloni – e Lotteremo per un mondo migliore“.

Sabato sera davanti alla tv anche per il capogruppo dem in Regione, Tommaso Bori: “E stasera ci guardiamo la finale di Sanremo, con buona pace di Pillon. Ma che problemi ha?“.

Ma la prima a replicare al senatore leghista e numero uno della Lega perugina era stata la capogruppo Pd in Consiglio comunale, Sarah Bistocchi: “Pillon che parla di come vengono spesi i soldi pubblici. Lui! Più presente a Palazzo dei Priori che a Palazzo Madama. Che altro ci vogliamo dire?“. Nessun accenno ad Achille Lauro, per lei che la sera prima si era consolata con l’esibizione dei Måneskin e Manuel Agnelli con “Amandoti” dei CCCP.

E Pillon fa il tifo per “il direttore” Beatrice Venezi

Pillon, intanto, forse deluso dall’ultima performance di Achille Lauro, al termine della serata conclusiva di Sanremo ha spostato il mirino dal cantante romano al “caso” di Beatrice Venezi, che sul palco dell’Ariston ha detto di voler essere chiamata “direttore d’orchestra” e non direttrice.

Una donna che vuole farsi chiamare con una qualifica maschile è inaccettabile“, le parole di Vladimir Luxuria. Con il commento di Pillon: “L’assurdità di chi se la prende se Beatrice Venezi chiede di esser definita per quello che fa, e cioè il direttore di orchestra, e poi pretende che si usino pronomi femminili per definire chi femmina non è… Mondo al contrario“.

Parole che immancabilmente scateneranno altre reazioni.

Achille Lauro trafitto dalle parole di commentatori e politici

Achille Lauro (che oggi sul palco dell’Ariston ha promesso un altro “quadro” durante la trasmissione Domenica In) ha chiuso le sue esibizioni festivaliere questa volta senza riferimenti diretti al sesso e alla religione. Invocando la benedizione divina sui soli “Esseri Umani“.

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In ginocchio, sul palco dell’Ariston, con il petto nudo trafitto dalle spine di una rosa. Come quei giudizi su di lui, riproposti in audio mentre lui si accasciava sofferente, lanciati da commentatori, giornalisti. E politici, come Gasparri e Salvini. Pillon, però, non c’era.