Perugia

Pillon dopo il “quadro” di Achille Lauro: Sanremo “un megafono per le follie Gender”

Fiorello con una corona di spine che duetta sui brani sanremesi Rolls Royce e Me ne frego. Il bacio con il chitarrista Boss Doms. Omaggio al punk nel “quarto quadro” di Achille Lauro sul palco dell’Ariston.

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L’ennesima provocazione dell’artista romano, tra scene trash e messaggi anticonformisti, ha fatto discutere. Anche il mondo della politica.

Un’esibizione che non è evidentemente ‘piaciuta’ al senatore della Lega Simone Pillon. Che ha commentato sui social: “Anche quest’anno il festival viene invaso da baci omosex, sermoni sulla bellezza della transizione sessuale, continuo ammiccamento LGBT, divetti trash che si impiumano e bestemmiano la religione cristiana…
Capirai che novità…
Tutto già visto.
Sogno un festival di Sanremo che sia momento di arte, di musica, di bellezza.
Sono stanco di vedere il palco dell’Ariston trasformato in megafono per le follie Gender.
Perché il massimo evento musicale italiano deve diventare anno dopo anno una sorta di ossessivo gay pride?
Lo so, abbiamo problemi molto più seri, ma quelli sono pur sempre soldi pubblici, e non possono essere usati per promuovere le false ideologie di parte.
Chiedo troppo?
“.

Messaggi che ha trovato tanti sostenitori, alcuni dei quali hanno annunciato di non voler più pagare il canone Rai. Ma il commento di Pillon ha suscitato anche diverse reazioni opposte. Alcune che si fermano solo all’aspetto artistico, altre a sostegno del mondo LGBT ancora attaccato da Pillon.


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