Un’altra delibera dell’Azienda ospedaliera di Perugia “patteggia” il provvedimento disciplinare con uno dei dipendenti coinvolti nell’inchiesta Sanitopoli prima del processo.
Anche in questo caso la delibera è piena di omissis, cioè di parti che sono state oscurate. La sospensione dal lavoro concordata con il dipendente coinvolto nell’inchiesta della Procura perugina sui presunti concorsi truccati sarebbe inferiore ai tre mesi. Un tempo che porterebbe il dipendente in questione vicino al pensionamento.
La delibera “misteriosa” – così chiamata perché, appunto, piena di omissis – con cui nelle scorse settimane erano stati accordati 6 mesi di sospensione ad un/a dirigente aveva creato un certo dibattito all’interno dell’ospedale perugino. E tra i difensori delle 45 persone indagate, a vario titolo, al termine dell’inchiesta condotta dai pm Formisano e Abbritti.
Una vicenda sulla quale il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Stefano Pastorelli, ha presentato un’interrogazione.
Per i reati contestati, molti dei dipendenti di Azienda ospedaliera e Usl rischierebbero infatti il licenziamento in tronco in caso di condanna o di patteggiamento. Strada, quest’ultima, che in molti sarebbero interessati a seguire, qualora però abbiano la sicurezza di non perdere il posto di lavoro. Appunto, attraverso un accordo come quelli che l’Azienda ospedaliera di Perugia sta siglando.
Una procedura che potrebbe avere delle conseguenze anche su alcuni dei processi che si stanno celebrando. Chi ottiene il patteggiamento, uscendo dal processo, potrebbe infatti diventare un testimone a favore della Procura, che per i principali indagati ipotizza l’associazione per delinquere. Un sistema, cioè, che in modo sistematico decideva le persone da assumere nei concorsi in sanità.