Pene più aspre, nessuno sconto e un nuovo condannato. Una sentenza quella emessa oggi, 15 marzo dalla Corte d’Appello di Perugia, in ordine al processo “Sanitopoli” che quindi conferma la condanna ad 8 mesi di reclusione (con pena sospesa e la non menzione della condanna nel casellario giudiziale) per l’ex governatrice dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti accusata di falso ideologico, in relazione a una delibera di Giunta del 2009 che autorizzava alcune Asl ad assumere personale e un lieve incremento di pena da 8 mesi e 15 giorni a 9 mesi e 15 giorni per l’allora assessore alla Sanità, Maurizio Rosi e per l’ex direttore generale della Sanità, Paolo di Loreto. Confermate anche le assoluzioni per tutti gli imputati, tranne uno, già riconosciuti non colpevoli nel primo grado del processo.
Un nuovo condannato. E’ la posizione dell’ex funzionario dell’assessorato alla Sanità Giancarlo Rellini ad aver infatti subìto la riforma più importante e a vederlo oggi condannato, dopo l’assoluzione in primo grado, ad una pena di 8 mesi e 15 giorni di reclusione (con pena sospesa e non menzione, come per gli altri condannati) limitatamente al capo D ed E delle imputazioni.
Atti trasmessi alla Procura. Ma la Corte d’Appello ha dichiarato anche la falsità delle delibere di Giunta Regionale numero 46 e 1402 del 2009 e ha disposto la trasmissione degli atti al Procuratore della repubblica per le valutazioni in ordine al reato di falso ideologico relativo ai verbali delle riunioni della Giunta Regionale dell’Umbria concernenti l’approvazione delle delibere oggetto della sentenza.
Ricorso già annunciato. “Una sentenza molto severa- ha commentato l‘avvocato Luciano Ghirga, difensore di Lorenzetti – ci aspettavamo molto di più e un’assoluzione per quello che secondo noi è stato da parte di Lorenzetti un atto dovuto. Ora aspettiamo di leggere le motivazioni e con serenità e fiducia prepareremo il ricorso che certamente andremo a proporre”.