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Sanitari umbri, il 3% non si vaccina, Meloni: proposta di legge contro i no-vax

Quasi il 3% degli operatori socio-sanitari delle strutture umbre non si è vaccinato contro il Covid. Vaccinazione che in 26.540 hanno completato, con altri 3.500 circa che sono in attesa della seconda dose. Il 97,3% ha quindi scelto di fare il vaccino. Una percentuale leggermente al di sotto della media nazionale (97,8%) che pone l’Umbria nella parte bassa della classifica.

Meloni: proposta di legge contro i sanitari no-vax

E mentre in alcune Regioni si sta provvedendo a togliere dagli incarichi in corsia il personale non vaccinato, in Umbria la consigliera regionale Pd Simona Meloni, vice presidente del Consiglio regionale, annuncia la
presentazione di una proposta di legge per “l’esecuzione degli obblighi
di vaccinazione degli operatori sanitari”. 

“La pandemia – argomenta – deve averci insegnato a non sottovalutare i rischi, le esposizioni e i mestieri che, più di altri, vivono a contatto con le situazioni di pericolo. Per questo i casi di operatori sanitari ‘no vax’ sono intollerabili e pericolosi e vanno arginati”.

“Il mio provvedimento – spiega Meloni – vuole essere una legge di
civiltà, che protegge i più deboli e i più fragili. La libertà di ognuno
infatti non può andare a ledere quella altrui e gli operatori sanitari hanno
l’obbligo e il dovere etico e deontologico di fare di tutto per non mettere
a rischio i propri pazienti”.

Con questa proposta di legge la Regione, al fine di prevenire e controllare la trasmissione delle infezioni occupazionali e degli agenti infettivi ai pazienti, ai loro familiari, agli altri operatori e alla collettività, dovrà individuare reparti dove consentire l’accesso ai soli operatori che si siano attenuti alle indicazioni del Piano nazionale di prevenzione vaccinale vigente per i soggetti a rischio per esposizione professionale. Le disposizioni a carico degli operatori sanitari si applicheranno anche alla pratica della vaccinazione anti Covid. Purché la pratica di prevenzione sia prescritta in forma di obbligo o raccomandazione dalla legislazione statale, o contenuta in disposizioni statali eccezionali e di emergenza, o prevista in atti amministrativi nazionali.

La multa

“Tale obbligo vaccinale non si applica – prosegue Meloni – qualora vi
sia un caso di accertato pericolo concreto per la salute dell’operatore
sanitario, in relazione a specificità cliniche. L’organo che dovrà
ricevere la certificazione vaccinale degli operatori è il direttore
sanitario della struttura dove prestano servizio. In presenza di violazione
delle prescrizioni – conclude – è prevista una sanzione amministrativa
compresa tra 500 e 5000 euro per ciascuna violazione, da parte
dall’autorità sanitaria regionale”.