Sanitari no vax, le Asl 1 e 2 spediscono oltre mille diffide. Si tratta di personale sanitario o che lavora in strutture per le quali è in vigore l’obbligo del vaccino anti Covid. Un “campanello d’allarme” per la vice presidente dell’Assemblea legislativa umbra, Simona Meloni. Che ricorda come, nonostante l’iter di verifica, adottato anche all’interno delle Aziende ospedaliere di Perugia e Terni, il richiamo al rispetto delle norme nazionali in materia e le recenti sentenze che ribadiscono come il vaccino sia “un requisito essenziale che può legittimare anche la sospensione senza stipendio, nella nostra regione permangono troppo incertezze procedurali che impediscono, di fatto, di mettere le strutture sanitarie pubbliche e private in piena sicurezza”.
In base alla normativa nazionale in vigore, gli operatori sanitari che senza giustificato motivo rifiutano di vaccinarsi, se non possono svolgere altra mansione, vengono temporaneamente sospesi senza stipendio.
“Spiace – commenta Meloni – dover constatare che la mia proposta di legge
regionale, in materia di esecuzione degli obblighi di vaccinazione degli
operatori sanitari, sia stata accantonata dall’attuale maggioranza, tanto
da non essere stata neppure discussa in Commissione, quando avrebbe potuto anticipare e rafforzare le misure di controllo e disincentivo ai
comportamenti no vax”.
“Come noto – osserva la consigliera Pd – le Regioni non possono
legiferare nel merito dell’obbligo, ma possono deliberare, come ha fatto la
Puglia, in merito all’accesso nelle strutture sanitarie, al controllo e alle
responsabilità. Non ultimo – aggiunge – credo che se fossimo già stati
dotati di strumenti normativi che autorizzino i vertici delle autorità
sanitarie a comminare sanzioni pecuniarie, tra i 500 e i 5000 euro, a quanti
lavorano nel mondo della sanità senza aver assolto l’obbligo vaccinale,
questo fatto sarebbe stato di grande aiuto”.
“Mi auguro quindi – continua Meloni – che l’iter della mia proposta
possa riprendere quanto prima cosi da approvare una legge di civiltà, che
protegge i più deboli e i più fragili, riconoscendo la libertà di ognuno
fin tanto che non va a ledere quella altrui, come nel caso degli operatori
sanitari -conclude -, che hanno l’obbligo e il dovere etico e deontologico di
fare di tutto per non mettere a rischio i propri pazienti”.
Ad oggi (lunedì 9 agosto) gli operatori sanitari vaccinati con una dose in Umbria sono 30.805 e 28.049 con una prima dose. Nel livello di immunizzazione l’Umbria è poco sopra la media nazionale (95% contro il 94% del dato italiano), mentre con la prima dose la copertura è del 99,6%.