Il Gip di Perugia Valerio D’Andria ha prosciolto all’ udienza preliminare del 17 maggio scorso il dott. Giuseppe Legato, già direttore dell’Asl n. 1 (dimissionario nel corso delle indagini preliminari), e altri sei indagati, tra i quali funzionari della Regione, dell’Asl n. 1, e i rappresentanti di due strutture sanitarie private. Oltre a Legato, i nomi erano quelli di Diamante Pacchiarini (ex direttore sanitario), Domenico Barzotti, Nazzareno Zucchettini, Antonio Perellli, Donatella Seppoloni, Iginio Tomassoni e Paolo Scura. Secondo l’ipotesi accusatoria gli indagati avrebbero favorito le cliniche private a scapito delle strutture pubbliche, provocando un danno alle casse dell’azienda ospedaliera di Perugia di oltre 600.000 euro. I fatti risalgono agli anni 2014, 2015 e 2016.
Alcune delibere sono finite nel mirino dei carabinieri del Nas e della Procura, che hanno ipotizzato che in qualche modo la Regione e l’ASL avrebbero consentito prestazioni di chirurgia oculistica e ortopedica da parte di medici di due strutture private che avrebbero operato in strutture pubbliche senza avere tutte le autorizzazioni. Il dott. Legato, difeso dall’avvocato Giovanni Bellini, era già stato indagato e poi prosciolto dal PM di Perugia nel 2015 dalle accuse di abuso d’ufficio e rivelazione di segreti d’ufficio nel cosiddetto caso dei “concorsi truccati in farmacia”. A seguire era arrivata la seconda imputazione: dopo la quale Legato ha rinunciato a lavorare a Perugia, accettando un incarico dalla Regione Lazio.
“La particolarità di questo recente proscioglimento, tanto più in questo momento in cui la sanità regionale è al centro di nuove inchieste, è che dovrebbe suggerire meno certezze e meno aggressività nel trattare i fatti e le persone“, spiega l’avvocato Giovanni Bellini, che dice no alla gogna mediatica e da social, visto che, come in altri casi, sembrano sempre esserci troppe certezze e pochi dubbi, a prescindere poi dal percorso processuale.
E se qualcuno è sembrato che, nel difendersi, Legato abbia attaccato il suo successore, il dottor Casciarri, Bellini spiega che “non c’è stato nessun attacco: nel fascicolo del PM erano inseriti due elementi concreti, che il difensore aveva il dovere di analizzare, seppur brevemente. Nello specifico, è emerso che Casciarri ha sottoscritto (subito dopo le dimissioni di Legato) una delibera per il rinnovo della convenzione con una delle strutture private, perfettamente identica a quelle contestate nel processo. Se non che, pochi mesi dopo, la Asl si è costituita parte civile nei confronti del Dott. Legato e gli altri imputati, con richiesta di risarcimento dei danni. Quindi è stato per me doveroso, come difesa tecnica, segnalare queste circostanze. Ho agito – conclude Bellini – come sempre mettendo al primo posto la professionalità maturata in tanti anni di lavoro e libero da ogni condizionamento. Mi ha fatto molto piacere che quest’ultimo aspetto sia stato più volte riconosciuto anche dal mio assistito”.