San Ponziano, arcivescovo Boccardo "Non dilapidare grandezza e bellezza di Spoleto" - Tuttoggi.info

San Ponziano, arcivescovo Boccardo “Non dilapidare grandezza e bellezza di Spoleto”

Redazione

San Ponziano, arcivescovo Boccardo “Non dilapidare grandezza e bellezza di Spoleto”

Celebrata in Duomo la festa del santo patrono della città, nel pomeriggio la tradizionale processione FOTO | Appello del vescovo all'impegno sociale e civile
Dom, 14/01/2018 - 15:22

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San Ponziano sia custode vigile della grandezza e della bellezza della nostra città: perché non sia dilapidata! Vegli con la sua protezione sui nostri bimbi, perché sappiamo preparare loro un mondo sempre più abitabile; la forza della sua testimonianza ricordi ai nostri giovani la grandezza e le esigenze della vera libertà; la memoria del suo martirio custodisca chi governa la nostra comunità nel vero servizio al bene comune; la sua preghiera ottenga a tutti noi di vivere giorni sereni e tranquilli. E il richiamo al suo martirio aiuti tutti a comprendere come debba essere totale e senza compromessi l’impegno di voler essere cristiani; anzi il voler essere “ponzianini” non solo a parole

Con queste parole oggi (domenica 14 gennaio) mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, ha concluso l’omelia del solenne pontificale, celebrato in Duomo, in onore di San Ponziano martire, patrono di Spoleto. Col Presule hanno concelebrato i parroci delle comunità che ricadono nel Comune di Spoleto; gli altri sacerdoti della Diocesi, cadendo quest’anno la festa di domenica, sono rimasti nelle rispettive parrocchie per le celebrazioni festive.

Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi della Diocesi, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi; la liturgia è stata animata dalla Cappella musicale del Duomo di Spoleto diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani.

Quest’anno di fianco all’altare maggiore c’era il grande crocefisso ligneo detto di “S. Ponziano”, restaurato dal Lions Club di Spoleto. Come tradizione, sul presbiterio è stata sistemata la reliquia di S. Ponziano, la sacra testa. Moltissimi, come solito, gli spoletini che si sono recati in Cattedrale per rendere omaggio al martire santo, al felice cavaliere del cielo, al valoroso martire di Dio: a lui si è innalzata la preghiera e il canto dei fedeli. Numerose le autorità civili e militari, tra cui: Donatella Porzi, presidente del Consiglio regionale dell’Umbria; Luca Barberini assessore alla Salute, coesione sociale e welfare della Regione Umbria; Giuseppe Bisogno, nuovo Questore di Perugia; Maria Elena Bececco, vice sindaco (facente funzione) di Spoleto; Nicola Alemanno, sindaco di Norcia; altri sindaci della Diocesi.

Questo un estratto dell’omelia dell’Arcivescovo:

Dal martirio ci viene l’insegnamento che non tutto è contrattabile, che esistono valori che non hanno prezzo e che non possono essere oggetto di scambio e di trattative. Troviamo qui una delle cause più profonde della disgregazione delle comunità umane. Comunità frantumate sotto un martello che va sbriciolando ogni tessuto connettivo spirituale, poiché si ritiene che tutto l’umano, tutti i contenuti della nostra umanità possano essere frutto di convenzioni sociali o di pressioni da parte di potenti lobbies economiche e di pensiero. Occorre ricuperare urgentemente la consapevolezza che esiste una immutabile verità della persona della quale ciascuno di noi è partecipe. Il nostro primo e vero bene comune è proprio la nostra umanità. In un mondo pieno di gente troppo pronta ai compromessi e troppo facile a contraddire le esigenze fondamentali della moralità e della fede pur di conseguire i propri piccoli interessi di carriera o di semplice comodità, si deve riconoscere che la coerenza cristiana, vissuta sopportando con forza difficoltà e contrasti sia personali che professionali e sociali, diventa un messaggio particolarmente eloquente e significativo. Penso a chi vive la politica come dedizione gratuita e senza tornaconti personali, a chi si impegna nelle realtà produttive ed economiche per promuovere lo sviluppo, a chi lavora seriamente nella scuola per servire il futuro dei giovani. Se le nostre città, nonostante l’egoismo di tanti – sono ancora luoghi vivibili è grazie a persone così! San Ponziano ci sorregga nell’impresa e continui con la sua protezione e il suo insegnamento a sostenere questo popolo che a lui si raccomanda con fiducia e speranza.

Nel pomeriggio, invece, la tradizionale processione fino alla basilica dedicata al santo patrono, anticipata dai Secondi Vespri pontificali.

Ponziano – ha detto il Presule nell’omelia – non si è convertito ad una dottrina, bensì ad una persona! Prima che un cambiamento di pensiero, il suo è stato un cambiamento di cuore. Di conseguenza, sulla bilancia della vita Ponziano ha visto “sbilanciarsi” tutto dalla parte della conoscenza di Cristo. E questo processo ha trasformato completamente la sua esistenza. Perché ogni tipo di rivoluzione, prima che nelle piazze, deve essere interiore, maturare dentro di noi fino a trasformare nel profondo il modo di essere, di sentire, di entrare in rapporto con gli altri. Tutte le priorità di una persona derivano da una scala di valori. E uno trova sempre tempo e soldi per quello che è il suo primo valore, verso il quale orienta tutto. Per Ponziano, il primo valore è la conoscenza vitale, esperienziale di Cristo. Una conversione a metà rende il cristiano un uomo che zoppica per tutta la vita. Cristo è il tesoro nascosto: chiunque lo incontri non potrà più vivere come prima. Se qualcuno si riserva intenzionalmente qualche cosa, vuol dire che non ha ancora trovato il vero tesoro nascosto”.

Il Santo patrono ha detto con chiarezza l’Arcivescovo invita ad “essere fedeli nella vita quotidiana, complessa, frenetica e, in tanti aspetti, seducente e tentatrice nella direzione opposta al Vangelo; essere fedeli alla nostra Chiesa diocesana e alle nostre comunità parrocchiali, vivendone gioiosamente, anche quando costa fatica, la vocazione e la missione nella comunione, nella corresponsabilità e nel dialogo; essere fedeli nella famiglia, luogo primario di amore gratuito ricevuto e donato, di riconciliazione continua e di partecipazione responsabile al continuo miracolo della creazione; essere fedeli nella vita sociale e politica: nell’onestà, nella ricerca del bene comune, superando interessi personali o di gruppo; essere fedeli al futuro di Dio dentro il momento storico che stiamo vivendo, facendo ciascuno la propria parte per costruire uno stile di vita più sobrio e più umano e per garantire un futuro più sicuro e più nobile alle nuove generazioni. In una parola: siamo chiamati alla fedeltà al bene e al rifiuto del male”.

Al termine dei Secondi Vespri si è snodata la processione con la reliquia fino alla Basilica dedicata a San Ponziano. Come tradizione, il corteo è stato aperto da un centinaio di cavalli e cavalieri: il martire è, infatti, rappresentato nell’iconografia locale a dorso di un cavallo ed è definito “Felice cavaliere del cielo”. La sacra testa è stata portata dai Vigili del Fuoco; presenti molti membri di associazioni di volontariato del territorio con le rispettive divise; autorità civili e militari hanno camminato dietro la reliquia.

Gli spoletini, come al solito numerosissimi, lungo il tragitto hanno invocato la protezione del patrono sulle proprie case e sulla Città, chiedendogli in modo particolare di poter testimoniare nella vita quotidiana la gioia di essere cristiani. Giunti sul piazzale di S. Ponziano l’Arcivescovo ha benedetto cavalli e cavalieri; poi, dinanzi alla Basilica mons. Boccardo ha preso in mano la reliquia ed è entrato in chiesa.

Prima della benedizione al termine della processione così si è espresso il Presule:

Non è facile far muovere Spoleto ma San Ponziano ci riesce; mi piace pensare che Spoleto si muove perché sente un legame di famiglia col patrono, con questo giovanotto che ebbe coraggio di dire sì. Il nostro Santo ci dice di ascoltare il cuore, di non spaventarci se a volte la vita è difficile, di ricominciare sempre a fare il bene, di essere esigenti con noi stessi. Non abbiate paura perché passando dalle fatiche e dalle difficoltà della vita riusciremo a ricostruire il tessuto sociale e umano della città.

(aggiornato alle ore 21.30)

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