È stato mons. Giovanni Cappelli, vicario generale di Città di Castello, a presiedere la celebrazione solenne della festa dei santi patroni San Florido e Amanzio, oggi orfana del vescovo mons. Domenico Cancian, costretto all’isolamento preventivo dopo aver fatto visita e assistenza ad una persona risultata positiva al Covid. Il tampone a cui il presule è stato sottoposto ha comunque dato esito negativo.
Poco prima del pontificale delle 18 il sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta e il vicario della diocesi don Cappelli hanno visitato la tomba del patrono nel Duomo inferiore. “Davanti ad un simbolo della nostra comunità, che parla a tutti i tifernati, – ha detto il primo cittadino – ci siamo ritrovati in un momento difficile per tutti e nella criticità generale dobbiamo rimanere uniti e stringerci in un abbraccio collettivo, combattendo questo virus insidioso attraverso il rispetto delle regole a tutela del contagio”.
L’omelia
Durante la messa solenne è poi stata letta l’omelia scritta da mons. Cancian. Qui sotto alcuni dei passaggi più importanti:
In questo tempo particolarmente drammatico a motivo del dilagare del Covid-19, la festa di San Florido, molto sentita dai tifernati, arriva provvidenziale.
I nostri Patroni, che hanno saputo affrontare positivamente la situazione molto critica del loro tempo fino a far “rifiorire” (Florido questo significa) una nuova città dalle macerie della distruzione dei Goti, ci offrono preziose indicazioni.
La prima riguarda la fede. Questa Parola offre sicura speranza a chi vuole credere che la storia non è solamente nelle mani degli uomini e delle forze della natura. È sempre presente un Dio Padre che in Gesù si è rivelato come il buon Pastore venuto in mezzo a noi. I nostri Patroni hanno tratto la loro forza proprio da questa certezza di fede.
La seconda indicazione che ci viene dalla festa dei nostri Patroni è l’appello a riscoprire la bellezza del ritrovarci insieme come “fratelli e sorelle“ più umili, più autentici e capaci di collaborare per un mondo nuovo. Insieme come fratelli e sorelle i nostri Patroni si sostennero a vicenda, rivoluzionando il loro tempo più complicato del nostro. Invece di tirarsi indietro, chiamarono a raccolta il popolo e tutti insieme edificarono una nuova città. Per questo siamo concordi nel chiamarli “padri fondatori“ e siamo qui a distanza di 15 secoli a onorarli, a chiederne l’intercessione e a raccoglierne l’ispirazione. La pandemia ci ricorda che navighiamo tutti sulla stessa barca. Siamo chiamati a prendere le giuste misure tra distanza e vicinanza per evitare il contagio e soprattutto per creare relazioni vere di amicizia, trasmettere efficaci anticorpi e prenderci cura gli uni degli altri.
Nell’ambito di questa fraternità ognuno è chiamato ad assolvere bene le proprie responsabilità per servire e non per farsi servire, non per forza o per dovere ma col cuore, non per interesse ma possibilmente in modo gratuito. Cercando insieme il vero bene comune con umiltà, dolcezza e corresponsabilità. Appunto come fratelli. Va bene quando stiamo bene tutti a partire dagli ultimi.
Su questo siamo incoraggiati, oltre che dalla testimonianza dei nostri Patroni, anche da quella della nostra Beata Margherita di cui stiamo celebrando il 7° centenario della morte e di cui è in corso il processo di canonizzazione. Questa umile donna, cieca, zoppa, gobba, analfabeta, morta a 33 anni, dopo essere stata abbandonata nelle nostre strade, ci ricorda che si può superare il comprensibile risentimento, la rabbia e la disperazione. Si può anche in situazioni di infermità e disabilità trovare il coraggio di tirar fuori tante altre abilità umane e cristiane fino alla santità.
Fratelli e sorelle, San Florido 2020 vogliamo ricordarlo come momento di svolta positiva, dopo tanta sofferenza. Questo chiediamo ai nostri Patroni invocando la benedizione su Città di Castello e sulla Chiesa Tifernate.