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Salta dl su riordino province. Terni salva, almeno per ora. Oggi nuovo vertice a Roma

Lu. Bi.
Salta il decreto per la riforma delle province e Terni, almeno per il momento è salva. Non è una situazione che sembra destinata durare a lungo, in quanto già si parla di un intervento di riforma costituzionale per l'abolizione di tutte le province. Ma la questione è ormai materia per il futuro Governo e non interessa più quello 'tecnico' che nelle parole del ministro Patroni Griffi esce sconfitto dalla battaglia politica: “Il Governo ha fatto quello che ha potuto. Dobbiamo prendere atto della situazione”. Ieri sera, dopo le 20.30 è iniziata una riunione durante la quale l'eccessivo numero di emendamenti e la necessità di fronteggiare la crisi di governo sono stati individuati come punti fondamentali nell'impossibilità a procedere con la trasformazione del dl in legge. Ben 140 subemendamenti e 6 maxiemendamenti, questi i numeri arrivati alla prima Commissione. “Il Governo ha fatto quello che doveva – ha commentato Patroni Griffi – la situazione ormai non può essere più sbrogliata. Abbiamo fatto un buon lavoro fino alla spending review, poi in Parlamento hanno vinto alcuni giochi di potere”.
Delusione anche nelle parole del presidente dell'Upi (Unione Province Italiane), Antonio Saitta: “Hanno pesato i localismi e ha vinto la logica di chi vuole mantenere l'attuale assetto istituzionale”.
Nel pomeriggio di oggi il presidente della Commissione, Carlo Vizzini, riunirà ancora i capigruppo a Palazzo Madama per cercare di recuperare il dl, anche se lo stesso Vizzini ha lasciato intendere che le speranze sono veramente poche.

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