Si è tenuto ieri (17 gennaio), nello stabilimento di Santa Lucia (Città di Castello) l’incontro “interlocutorio” tra la proprietà di Sagemcom, rappresentanti sindacali e istituzioni, per cercare di capire il futuro dei 40 dipendenti – con età media di 50 anni – a rischio licenziamento collettivo.
La multinazionale francese che progetta e costruisce contatori del gas per utenze domestiche, come noto, lo scorso 8 gennaio aveva comunicato ufficialmente la volontà di smantellare la produzione nella sede tifernate, annunciando l’apertura per la procedura di pesanti tagli al personale, mettendo peraltro in vendita l’impianto produttivo.
Al tavolo di ieri, svoltosi a porte chiuse erano presenti rappresentanti dell’azienda francese, Riccardo Coccolini di Fiom-Cgil e il delegato Rsu Rudy Melelli (rispettivamente al centro e a sinistra nella foto), il legale dei lavoratori Fabrizio Mastrangeli e Confindustria Perugia.
I sindacati, forti anche della vicinanza e collaborazione di Comune e Regione, hanno presentato la loro proposta per salvare il sito produttivo dalla chiusura definitiva, prevedendo il congelamento della procedura di licenziamento e attivando un anno di cassa integrazione per tutti, cercando ovviamente di elaborare un piano che tuteli i livelli occupazionali.
A questo punto la decisione definitiva spetta solo alla società francese (del tutto passiva durante il colloquio), che avrà 10 giorni per “elaborare” le richieste e dare le sue risposte. Un secondo confronto tra le parti, stavolta risolutivo, è infatti previsto per il 28 gennaio. Quella ai danni di Sagemcom è la prima procedura di licenziamento collettivo attivata in Umbria nel 2025.