Per il piccolo Joan, figlio di due donne perugine residenti in Spagna, è arrivata la decisione che in tanti attendevano e che, da dieci mesi e fino a pochi giorni fa, ha infiammato il dibattito dei cittadini di Perugia anche sui social network. Arriva dunque dal Comune del capoluogo umbro, in base a quanto riportato da un articolo del quotidiano Repubblica, la trascrizione parziale per il piccolo.
In questi dieci mesi, le sue due mamme, Laura (che lavora nel mondo del commercio) e Chiara (veterinaria) rimaste in Spagna dopo la nascita del figlio, avvenuta il 27 dicembre 2016 a Barcellona, e costantemente assistite dal mondo dell’associazionismo con Omphalos in prima linea e dagli avvocati di Rete Lenford, hanno condotto la loro battaglia per il piccolo Joan, al quale non era stata concessa la trascrizione dell’atto di nascita da parte del sindaco di Perugia, Andrea Romizi.
La storia
Il bimbo, nato da fecondazione eterologa con il seme di un donatore (con Chiara donatrice di ovulo e Laura che ha partorito il piccolo), era rimasto di fatto apolide in Spagna, senza documenti per poter viaggiare né cittadinanza, perché il Paese iberico, come l’Italia, non riconosce lo ius solis, ma lo ius sanguinis. Alla nascita era stato registrato con entrambi i cognomi delle due mamme. Ieri, 27 dicembre, il piccolo ha compiuto 1 anno e ha trascorso il Natale in Spagna, senza che le famiglie delle due giovani lo avessero conosciuto. “Il nostro meraviglioso figlio – è riportato su un articolo di Repubblica di alcuni giorni fa, e dunque prima della trascrizione, attraverso le parole delle due mamme – è un bambino fantasma. Non ha uno Stato di appartenenza, non ha un documento, semplicemente non esiste”.
Appena nato il piccolo, le due mamme inviarono richiesta, tramite il consolato, al Comune di Perugia per la trascrizione. Ed è qui che arriva lo stop: il sindaco Romizi si era infatti opposto, dopo aver consultato la Prefettura, giudicando la questione come un provvedimento contrario all’ordine pubblico. Già altre città, in realtà, come Napoli, Trento e Torino, avevano provveduto a effettuare altre trascrizioni e anche la Cassazione si era già pronunciata positivamente su altri casi. Lo scorso settembre il sindaco Romizi era stato sollecitato ad annullare il rigetto e a trascrivere integralmente l’atto da un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Perugia, approvato anche con i voti del suo partito e della sua maggioranza.
Le reazioni
Immediata è arrivata dopo la notizia la reazione di Omphalos e dei Radicali. “Il sindaco Romizi – commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos – ha trascinato in maniera arrogante l’istituzione comunale in un’assurda e medievale battaglia ideologica ai danni di una famiglia omogenitoriale per compiacere le frange più integraliste e retrograde della sua parte politica. A quanto riporta la stampa, il sindaco Romizi ha finalmente dovuto cedere di fronte all’indignazione di ampia parte della società civile e alla mobilitazione di Omphalos e delle altre associazioni e fare definitivamente un passo indietro. La trascrizione parziale è un dietrofront che arriva in maniera tardiva e insufficiente. Se confermata, questa sarebbe una grave ammissione di responsabilità da parte del primo cittadino: le norme che consentono la trascrizione dell’atto di nascita andavano applicate dieci mesi fa. Il rifiuto di riconoscere la nascita del piccolo, arrivato nel giugno scorso, è stato un atto gravemente discriminatorio oltre che crudele dal momento che ha causato gravi difficoltà al piccolo e alla sua famiglia”.
“Il sindaco non ha mai voluto ascoltare nemmeno il Consiglio Comunale – prosegue Bucaioni – ma ora che Perugia è finita sulle prime pagine dei quotidiani nazionali il primo cittadino ha cambiato idea per mero e cinico opportunismo politico. La trascrizione parziale è però totalmente insufficiente: oltre al danno di aver bloccato illegalmente senza diritti Joan e la sua famiglia in Spagna per più di dieci mesi, arriva anche la beffa perché nella trascrizione di oggi Romizi ha deciso di cancellare una delle due madri. L’azione legale già intrapresa nel giugno scorso proseguirà per porre rimedio a questa odiosa ingiustizia e per tutelare l’interesse di Joan a vedersi riconosciute entrambe le madri”.
“Piccoli e grandi comuni in Italia trascrivono integralmente atti di nascita di bambini nati in famiglie omogenitoriali – conclude Bucaioni – e Perugia non merita di essere additata a livello nazionale come città retrograda e incapace di tutelare i diritti fondamentali di un bambino. Il sindaco Romizi si è rivelato inadatto a governare questa città e farebbe bene a dimettersi. Quando Joan verrà a Perugia con le sue mamme la città, che è molto più avanti del suo primo cittadino, lo accoglierà a braccia aperte“.
“Il Sindaco di Perugia – dicono inoltre i Radicali di Perugia in una loro nota – si è arreso alla giurisprudenza ormai costante che non frappone più ostacoli in tema di trascrizione di figli di coppie omosessuali, si è arreso alla mobilitazione che associazioni (Omphalos su tutte) e singoli cittadini hanno posto in essere per accogliere il loro nuovo concittadino, si è arreso difronte alle interrogazioni parlamentari, al ricorso in tribunale, agli articoli di stampa che hanno portato alla ribalta questo caso ormai unico in Italia di un bimbo impossibilitato a vedersi riconosciuto il diritto di cittadinanza.
E la storia non finisce qui, perché mentre in Spagna il bimbo risulta figlio di due genitori, come varca il confine con lo stato italiano risulta essere figlio della sola madre che lo ha partorito.
E’ tuttora pendente il giudizio in tribunale per ottenere la trascrizione integrale dell’atto con l’indicazione di entrambi i genitori e dispiace dover constatare che salvo colpi di scena debba ancora una volta essere la magistratura a dover porre rimedio a ciò che poteva e doveva essere risolto molto tempo prima da chi di dovere“.
“Sinistra Italiana in Umbria ritiene gravissima l’indifferenza del Comune di Perugia riguardo alla vicenda del piccolo Joan, che ha recentemente compiuto un anno, senza che l’amministrazione comunale del capoluogo umbro accogliesse la richiesta di trascrizione del suo atto di nascita, presentata dalle sue due mamme perugine. Il sindaco forzista Andrea Romizi si ostina a non riconoscere un figlio di cittadine italiane, a causa del loro orientamento sessuale, rendendo di fatto Joan un apolide”: è questa l’osservazione della dirigenza umbra di Sinistra italiana, che individua precise responsabilità nei compromessi ai quali ha ceduto il PD per l’approvazione della legge sulle unioni civili, che hanno portato allo stralcio della step to child adoption (ovvero dell’adozione del figlio del partner).
Sinistra italiana della provincia di Perugia ed Umbria segnala quindi “la contraddizione di una destra che usa i bambini per fini politici, non riconoscendo Joan a Perugia e nascondendo alcuni libri dalla biblioteca comunale di Todi nella sezione dedicata all’infanzia su argomenti, quali quelli dei vari tipi di famiglie, che sono stati considerati divisivi”.
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