Terni

Rivolta in carcere, fiamme e distruzione al Sabbione di Terni | Due poliziotti al pronto soccorso

Momenti di grave tensione e scontri, nel primo pomeriggio di oggi al carcere di Voc. Sabbione a Terni. In una sezione della Casa circondariale della provincia umbra, un gruppo di qualche decina di detenuti si sono impossessati di una sezione appiccando incendi e distruggendola.

La situazione tornata ora sotto controllo, è partita dalla Sezione detentiva H, come già accaduto un anno fa. Ricostruisce l’accaduto Fabrizio Bonino, segretario nazionale umbro del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE: “Nelle ultime ore si è vissuta nel carcere ternano, ancora una volta, una situazione di altissima tensione. Un detenuto avrebbe voluto un secchio di vernice per pitturarsi la cella ma, al comprensibile rifiuto del poliziotto, lo ha aggredito con violenza, istigando gli altri detenuti alla protesta violenza. I ristretti, italiani e stranieri, hanno dato fuoco alle cose detenute in cella ed hanno distrutto completamente la Sezione. Ciò ha determinato una situazione di allarme che ha coinvolto tutti i colleghi, anche quelli di congedo e riposo che sono accorsi a dare manforte ai colleghi in servizio.

Anche i detenuti di un’altra Sezione – la M – hanno iniziato a protestare perché il fumo derivato dalle fiamme accese dai ristretti della Sezione H li stava investendo. Due poliziotti penitenziari sono al Pronto soccorso ed altri dieci sono già stati refertati per colluttazione e inalazione del fumo dei materiali incendiati. Ora è del tutto evidente che devono essere trasferiti tutti i detenuti della Sezione H, quella devastata”.

La sezione, a detta del sindacato, sarebbe inagibile e necessita di “un sopralluogo tecnico da parte del PRAP e una visita ispettiva da parte dell’ASL per valutarne l’idoneità sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro”.

La denuncia dei sindacati

“Una situazione esplosiva che era stata preannunciata ai vertici dell’Amministrazione penitenziaria nazionale e regionale – dichiara in un comunicato il Dott. Donato CAPECE, segretario generale SAPPE – ma rispetto alla quale nessun provvedimento è stato ancora assunto”. Il problema come più volte denunciato è principalmente quello della “mancanza di personale e di una struttura inadeguata alla vita penitenziaria”.

Mancano gli strumenti

“Il personale di Polizia Penitenziaria non ha ancora ricevuto i previsti guanti anti-taglio, caschi, scudi, kit antisommossa e sfollagenti promessi dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria”, denuncia Capece. “La situazione delle carceri umbre e italiane, per adulti e minori, è sempre più allarmante per il continuo ripetersi di gravi episodi critici e violenti che vedono sempre più coinvolti gli uomini e le donne appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria. Donne e uomini che svolgono servizio nelle sezioni detentive senza alcuno strumento utile a garantire la loro incolumità fisica dalle continue aggressioni dei detenuti più violenti”.

Dello stesso tono anche le dichiarazioni di Roberto Esposito, segretario nazionale del Sarap, Sindacato autonomo ruolo agenti penitenziaria: “Quello che accentua tutto questo deriva anche dalla carenza di personale che non è un problema annunciato, ma una situazione endemica, un grave problema di cui né la politica né il parlamento vuole occuparsene. Lasciando la Polizia Penitenziaria a lavorare solo ed esclusivamente in deroga, a qualsiasi norma pattuita, per l’assenza di protocolli specifici per affrontare queste situazioni. Infatti si è in attesa del nuovo regolamento di servizio che doveva essere discusso nel 2019 e ad oggi ancora non vede luce”.