Ha creato scompiglio la candidatura per le elezioni regionali in Umbria di Rita Castellani, la professoressa di Economia del Welfare del polo di Terni, con la sua lista “Possiamo”, presentata questa settimana a Palazzo Donini di Perugia. Se la sinistra, con il professor Mauro Volpi e la frangia di Tsipras, le è vicina strizzandole l’occhio, i suoi vecchi compagni civatiani proprio non ci stanno, e anzi sono convinti che una spaccatura interna al Pd non faccia bene. Arriva dunque perentoria la lettera a firma di Aurora Caporali (tesoriere èPossibile), Alessio Cavalieri (delegato e referente Assemblea PD Perugia), Juri Cerasini (candidato segretario e Presidente dell’Assemblea Regionale del PD), Vincenzo Falasca (referente area Foligno e Consigliere Comunale Foligno), Luca Gatti (Resp. Europa PD Umbria e delegato Direzione Regionale PD), Simona Mancini (delegata Assemblea Regionale PD), Barbara Mischianti (componente Assemblea Nazionale PD), Stefano Scarpelloni (delegato Assemblea Nazionale PD), Luca Tocchio (componente Associazione èPossibile) e Anna Maria Vallarelli (delegata Assemblea Regionale PD): “con un certo stupore – scrivono – molte persone che hanno sostenuto la candidatura di Pippo Civati al congresso del PD e quella di Juri Cerasini al congresso regionale pochi mesi dopo, hanno appreso che un’esponente della nostra area, Rita Castellani, parteciperà alle elezioni regionali 2015 tra le fila di una lista che sosterrà un candidato alternativo a Catiuscia Marini.
Stupore per una scelta per nulla condivisa e per giunta contraddittoria rispetto all’analisi da sempre fatta come ex-area Civati: “cambiare il Pd per cambiare il Paese”. Pena, per noi, l’irrilevanza o peggio ancora la guerra di bottega tra piccolissime cordate e politicanti di professione, uno dei tanti problemi che negli ultimi decenni hanno imbrigliato il sistema politico e legislativo italiano.
Non era questo il progetto con cui ci siamo approcciati al rinnovamento del PD, l’unico contenitore che oggi abbia la possibilità di incidere nella politica italiana. Una retromarcia a neanche un anno dall’ottimo risultato, per mezzi e innovazione, portato da chi aveva sostenuto la mozione Civati. Un plus che sarebbe dovuto servire da carburante a tutto il PD.
Oggi invece constatiamo che chi era stato nominato nella Direzione Nazionale del PD ha preferito rinunciare a questa sfida, cancellando mesi e mesi di lavoro, per ricercare altrove una propria consacrazione. Ciò che appare chiaro è solo un eccesso di personalismo, che dispiace e che rispettiamo, ma che in nessun modo possiamo condividere, oltre che per la sostanza per il modo. Il comun denominatore che ha unito molte persone nell’esperienza “civatiana” è stata la costruzione non certo la distruzione. Ed è per questo che cercheremo di contribuire alla costruzione del programma di Catiuscia Marini e insieme a governare per i prossimi 5 anni, non lesinando critiche qualora servisse. Ovviamente spostando l’asse verso la nostra idea di sinistra fondata sul lavoro, sulla dignità umana e sull’eguaglianza, continuando a lavorare e a ricercare una sintesi indispensabile su tematiche cruciali quali il sostegno alla ricerca e all’innovazione, la lotta alle nuove forme di povertà, la difesa dei diritti civili e un’ammodernamento delle infrastrutture dei nostri territori. Ci teniamo dunque a ribadire, – conclude la lettera – in coerenza a quanto già deciso nei mesi scorsi, il nostro sostegno a Catiuscia e al complesso lavoro che ci attende“.
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