Fanno il confronto con quanto sta avvenendo nelle vicine Marche, i sindacati umbri del settore bancario (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil, Unisin). Con il presidente del Consiglio regionale delle Marche che ha incontrato i sindacati per discutere della conseguenze sul credito locale dell’accordo tra Intesa e Bper.
Un accordo che ha conseguenze anche in Umbria, ovviamente. Dove all’ordine del giorno c’è anche il tema della fusione tra CariOrvieto e Banca Popolare di Bari. E i piani industriali di UniCredit e Banco Desio. Il risiko nel mondo delle credito cooperativo. Le annunciate ristrutturazioni di Sviluppumbria e Gepafin.
“In Umbria – lamentano i sindacati di categoria – proseguendo la triste tradizione di disinteresse e sottovalutazione da parte dei vertici delle Istituzioni regionali, circa le ripercussioni di ciò che accade nel mondo bancario, sull’intera scena economica e sociale. Anche l’attuale presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei, ha ignorato i ripetuti appelli che tutti i sindacati del credito hanno fatto da mesi, ben prima che le tematiche Covid si riacutizzassero, per avere un tavolo istituzionale atto a intervenire sui molti fronti aperti nelle banche operanti in Umbria”.
Ricordano le partite del credito aperte in Umbria. Situazioni su cui sarebbe “urgente” parlare con chi rappresenta la comunità regionale. “I cittadini, le associazioni di categoria, gli enti intermedi – proseguono i sindacati – devono sapere che di fronte alle future inevitabili difficoltà, riduzione di sportelli e livelli occupazionali, modelli di servizio, accesso e costo del credito, che si troveranno ad affrontare nei loro rapporti con le banche operanti in regione, mentre i sindacati dei bancari stanno facendo del loro meglio per tutelarli, altri, gli stessi che sono stati eletti per tutelare l’intera comunità regionale, no”.