Ripopolamento trote, doccia gelata solo per i pescatori delle Regioni "del rigore"

Ripopolamento trote, doccia gelata solo per i pescatori delle Regioni “del rigore”

Massimo Sbardella

Ripopolamento trote, doccia gelata solo per i pescatori delle Regioni “del rigore”

Ven, 11/03/2022 - 12:46

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Incontro al MiTe, il sottosegretario Gava ribadisce: la deroga vale solo per le specie previste nella Carta ittica di ciascuna Regione

Doccia gelata per i pescatori delle Regioni “del rigore” dall’incontro a Roma al Ministero della Transizione ecologica. Il sottosegretario Vannia Gavia ha infatti ribadito che la deroga contenuta nel Milleproroghe al precedente divieto di immissione di specie alloctone (fino alla fine del 2023) può riguardare comunque solo le specie previste nella Carta ittica di ogni singola Regione.

Niente da fare, dunque, per le poche Regioni, come l’Umbria, che sotto la spinta dell’Università, nel portare avanti il progetto europeo volto ad evitare “l’inquinamento genetico“. Un progetto che si pone di eliminare specie, come la trota fario atlantica, comunque ormai presente da molti decenni nei fiumi e nei laghi italiani.

In attesa delle ulteriori valutazioni del Tavolo di lavoro sulla purezza delle specie, tema sul quale dallo stesso mondo accademico sono arrivati nel tempo anche studi contrastanti tra loro, il Governo ha deciso di evitare un irrigidimento che rischiava di compromettere la pesca sportiva.

Le immissioni in Italia

Via libera dunque alle immissioni di trote fario atlantiche e iridee un po’ in tutto lo Stivale. Si procede alle immissioni in Piemonte, dove prima in certe zone era presente solo la specie marmorata. In Lombardia era stata già presa la scelta politica di riprendere le immissioni di trota fario atlantica e iridea, ma anche di coregone lavarello, tegolo, salmerino alpino. Via libera a trota fario e iridea e coregone anche in Veneto. Lo stesso si è fatto anche in Liguria e nelle Marche, in Toscana, in Emilia Romagna e in Friuli. Semina con trota mediterranea anche in Abruzzo e Molise. La Sicilia e la Basilicata non erano inserite nel piano di introduzione della sola specie autoctona che riguarda tutte le Regioni del centro sud e che ha il suo principale hub nell’incubatoio di Santa Fiora, dove si alleva la trota macrostigma.

Il caso Umbria

Niente da fare invece per l’Umbria, Regione che ha adottato negli anni passati una Carta ittica particolarmente rigida. A causa dell’eccessivo spazio dato ad accademici e ambientalisti, lamentano le associazioni della pesca sportiva. Che ora chiedevano un intervento “politico” anche nell’incontro di Roma. Dove invece è stata ratificata la situazione normativa. E questo nonostante anche la Lega (che aveva presentato un ordine del giorno proprio alla vigilia dell’incontro) chiedesse di accogliere la richiesta delle associazioni della pesca sportiva e di immettere specie di trota mediterranea e iridea.

Anche perché, come comunicato dall’assessore Morroni in Aula, la richiesta di una parziale deroga (per immettere trote iridee sterili femmine su alcuni tratti e trote atlantiche nei laghetti di pesca sportiva) è stata inviata dalla Regione Umbria a fine dicembre. E viste le quantità di trote “pure” adulte comunque disponibili, la semina quest’anno sarà molto scarsa. Con pesanti conseguenze negative sulla stagione, che inizierà l’ultima settimana di marzo. Altra decisione “sperimentale” contestata dai pescatori.


I nodi della pesca,
scontro in Commissione


L’assessore Morroni, sia in Aula, sia in Commissione dove erano state invitate in audizione le associazioni della pesca sportiva, si è sempre difeso sostenendo di dover rispettare nome già assunte in precedenza, come avvenuto per la caccia.

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