di Fabi Umbria (*)
La Segreteria Regionale del sindacato F.A.B.I. dell’Umbria, viste le ricorrenti notizie apparse sugli organi di stampa, che danno per imminente un incontro istituzionale sul tema della riorganizzazione delle Casse di Risparmio umbre controllate da Intesa Sanpaolo, ritiene doveroso auspicare un pronto coinvolgimento anche dei sindacati, che rappresentano i lavoratori occupati in tali banche.
Sul tema in questione il nostro interesse è altissimo, ed espresso in tempi assolutamente non sospetti.
Lo prova l’incontro che la FABI e tutte le altre organizzazioni sindacali, ebbero il 7 febbraio 2011 con la Governatrice Marini, per richiedere la massima attenzione istituzionale possibile, sul tema della riorganizzazione del sistema creditizio in Umbria.
Da allora, per quello che riguarda il gruppo Intesa Sanpaolo, abbiamo assistito a una politica degli annunci, cui non hanno fatto seguito né comunicazioni, né passi ufficiali.
Sarebbe ora, che da una trattazione di esclusivo monopolio degli organi di stampa, quasi fosse un gossip estivo, si passasse ad un formale e ben più serio coinvolgimento, degli attori istituzionalmente deputati ad occuparsi di tali vicende.
Il contratto di lavoro, le leggi in materia di diritti societari dei soci di minoranza, (molti lo sono anche tra i dipendenti delle Casse), impongono, a chi vuol attuare una ristrutturazione del tipo di quella che si vocifera interesserà a breve le 4 Casse di Risparmio Umbre, di attuare precisi e puntuali passaggi, che a oggi non sono avvenuti.
Il nostro dovere di Sindacato dei lavoratori delle Casse Umbre, ci impone il massimo dell’attenzione su quelle che saranno le ricadute della annunciata riorganizzazione, in particolare in termini occupazionali, di mobilità, di tutela della professionalità dei nostri colleghi, di effettività delle deleghe decisionali e delle specificità dei territori espressione delle Casse.
Accanto a questi doveri istituzionali, non possiamo dimenticare che quella che si viene appalesando, è una rivoluzione epocale per il sistema creditizio Umbro, con tutto ciò che ne consegue.
Potrebbero scomparire Banche che hanno fornito supporto all’economia dell’Umbria e sono state punti di riferimento per le comunità locali, per oltre 100 anni.
Con quale nuova entità verranno sostituite?
Si dice che la nostra Regione sarà un laboratorio, in cui si sperimenterà un nuovo modello di banca del territorio.
Le Istituzioni e le comunità locali i cui rappresentanti siedono nei Consigli di Amministrazione delle Casse e delle Fondazioni coinvolte, dovranno saper valutare nella sua globalità l’importanza delle decisioni e delle responsabilità che dovranno assumere.
Da parte nostra, ribadiamo la necessità di un pronto coinvolgimento di tutte le organizzazioni sindacali, ad un tavolo in cui siano finalmente esplicitati, i dettagli di ciò che dovrebbe riguardare i lavoratori.
(*) Federazione Autonoma Bancari Italiani