Si è riunito ieri pomeriggio (lunedì 24 febbraio) il Consiglio comunale di Città di Castello, dopo l’ultima “turbolenta” seduta caratterizzata dall’ormai noto caso Schiattelli.
Nelle comunicazioni che anticipano lo svolgimento dell’assise, infatti, oltre ad una grande parentesi sul Coronavirus a Trestina, si è tornati a parlare delle polemiche che hanno seguito l’elezione del nuovo presidente del Consiglio Francesca Mencagli, eletta per criterio d’anzianità dopo ben tre votazioni, e della seduta di lunedì scorso (17 febbraio), rinviata per le assenze di alcuni consiglieri di maggioranza: defezioni motivate, secondo le opposizioni, dal compleanno di un ex assessore regionale.
Per Bucci (Castello Cambia) “il presidente Mencagli si era impegnato a convocarlo dopo sette giorni (il 17) ed è invece slittato ancora di una settimana (al 24 febbraio) con la spiegazione che sindaco e consiglieri erano assenti. Scopro dalla stampa che questi erano ad una festa privata di un ex assessore regionale. Se fosse stata esplicitata la ragione sarei stato anche d’accordo. La crisi politica non è stata chiarita”.
Lignani Marchesani (Fd’I), rivolgendosi al neo presidente Mencagli, l’ha invitata “a prendere in mano le redini del Consiglio. Il voto di sospensione dell’ultima seduta era stato motivato dalla data di riconvocazione ad una settimana di distanza. Siamo qui invece dopo due settimane. Abbiamo commissioni non convocate da novembre. Anche stasera non fineremo l’ordine del giorno in sospeso. Stabiliamo un calendario con i punti che di volta in volta discuteremo”.
Pescari (Pd) sul Consiglio slittato ha detto: “Il giorno dopo l’elezione della Mencagli non era ancora stata attivata la firma digitale del nuovo presidente e per questo il Consiglio non poteva essere riconvocato in tempi utili. Il Consiglio saltato è un’invenzione. Spero che quanto prima facciamo la riunione dei capigruppo per concordare il calendario dei lavori”.
D’accordo anche Masciarri (Psi): “Quella della convocazione saltata deve essere interpretata come una burla”. Sostituendo il capogruppo Morani, la consigliera ha poi letto un comunicato a nome del Psi: “Mi piace pensare alla maggioranza come una famiglia allargata, che a fronte di rapporti modificati nel tempo, continuano a stare insieme in nome del patto siglato nel 2016. Quanto accaduto in occasione dell’elezione del presidente del Consiglio, ci ha fatto confrontare in modo leale avendo davanti il bene dei cittadini. A fronte di posizione anche critiche, abbiamo rinsaldato la condivisione di intenti contenuti nel patto politico”.
Procelli (La Sinistra) ha detto: “Sono stato il primo a cambiare gruppo. Confrontiamoci in maggioranza su quello che è avvenuto. La sinistra d’altronde è sempre litigiosa, nessuno di noi può mettere in dubbio la maggioranza, siamo tutti rimasti in maggioranza”.