“E’ una riapertura con una nuova attività di gestione nella ristorazione e tante iniziative, per promuovere un luogo che è testimonianza del passato e stimolo per le nuove generazioni“. Così ha esordito il sindaco di Gubbio Filippo Mario Stirati nel salutare ieri mattina (venerdì 15 giugno) i presenti alla cerimonia di rilancio del ‘Museo della Civiltà contadina’ e delle sue attività collaterali, che si trova in località Olmo Tondo, frazione di Cipolleto.
“Questo luogo è un racconto demo/etno/antropologico – ha proseguito il rimo cittadino – della nostra vita contadina fino al dopoguerra, con ritmi, tempi ed economie legate ai cicli naturali della terra. Deve diventare un luogo di forte richiamo per visitatori e mondo della scuola, dentro il percorso del sistema museale e all’interno delle progettazioni di area vasta rappresentate dalle strategie delle Aree Interne”.
Inaugurato nel maggio 2015, come Polo Integrato per la tutela e la valorizzazione della Cultura Contadina, il percorso comprende l’esposizione e le ricostruzioni di ambienti del passato agricolo, utili per la conoscenza delle origini, dell’economia, delle abitudini e anche delle difficoltà del periodo. La struttura è affidata alla gestione di ‘Gubbio Cultura Multiservizi’ e la casa-museo non vuole essere solo una proposta culturale ed un’offerta didattica ma una presenza attiva sul territorio, capace di riannodare un confronto-incontro tra le nuove generazioni ed il vissuto degli antenati e delle radici spesso dimenticate.
“Un rinnovato impegno – come ha ricordato Luca Baldelli in rappresentanza della Gubbio Cultura e Multiservizi – per la ‘casa-museo’, nata grazie anche alla collaborazione di famiglie che hanno messo a disposizione materiali di loro proprietà. Riprenderemo gli incontri con le scuole, che sono stati finora positivi, con oltre 1.200 bambini, 300 solo nell’anno scolastico 2017-2018, con un didattica specifica, come ‘mani in pasta’, per fare la crescia e altri piatti tipici della nostra cucina”.
L’integrazione tra passato e presente è affidata a tecniche di comunicazione multimediale, che coinvolgono il visitatore alla scoperta dei lavori del passato dedicati all’agricoltura. Grazie alle immagini, ai suoni e agli odori dell’orto, l’ospite potrà vivere il museo in una sorta di esperienza sensoriale. Per completare i servizi di accoglienza, al piano terra della struttura, che era una casa colonica restaurata in varie fasi e con diversi contributi, c’è uno spazio dedicato alla foresteria, assegnata per 10 anni tramite gara per la gestione, alla ditta ‘L’arte contadina di Federico e Daniela, con piatti della tradizione e materie prime del territorio.