Sa.Mi.
La Prima Commissione ha ripreso la discussione della riforma della sanità regionale, approvando i primi 7 articoli del disegno di legge predisposto dall' Esecutivo di Palazzo Donini. Una giornata difficile che ha visto la prima parte della riforma passare con il voto contrario di Barberini (Pd) e con molte incertezze da parte di Idv e Prc-Fds. Anche Goracci che pur non ha partecipato al voto ha espresso pareri negativi su alcuni aspetti della riforma.
Si passa da 4 Asl a 2 Asr – Nonostante la mattinata difficile è stata confermata la previsione di 2 Aziende sanitarie regionali ( al posto delle 4 Asl ora esistenti) e prevista l'istituzione di dipartimenti interaziendali. Le sedi delle aziende dovranno essere individuate di concerto con la Conferenza dei sindaci e ci sarà maggiore autonomia per le professioni sanitarie non mediche. L'articolo 6, relativo alla previsione di due aziende sanitarie regionali al posto delle quattro ora esistenti, è stato approvato con il voto contrario di Lignani Marchesani (Pdl) e Barberini (Pd) e l'astensione di Monacelli (Udc) e Monni (Pdl).
Bocciati, accolti e rimandati – Ritirata, in quanto non accoglibile senza un preventivo accordo con la Regione Marche (a cui la giunta starebbe pero' gia' lavorando), la proposta di modifica di Oliviero Dottorini (Idv) sull'applicazione del decreto sulla riorganizzazione degli enti vigilati dal ministero della salute agli Istituti zooprofilattici sperimentali. Bocciata la proposta di Barberini e Smacchi (Pd) sull'abolizione delle reti professionali clinico-sanitarie. Accolta e fatta propria dalla giunta la proposta di Massimo Buconi (Psi) sul regolamento che dovra' disciplinare l'organizzazione e il funzionamento del nucleo tecnico di controllo sulla gestione e la qualita' della spesa e dei servizi delle Asl. Recepito dalla giunta l'emendamento di Gianfranco Chiacchieroni (Pd) sull'istituzione dei dipartimenti interaziendali (tra asl e aziende ospedaliere), mirati a risparmiare e migliorare i servizi. E' stato infine approvato all'unanimità l' emendamento di Dottorini che prevede di dare maggiore autonomia alle professioni sanitarie non mediche. Sono stati bocciati i relativi emendamenti: Barberini (1 sola Asl regionale), Monacelli (1 sola Azienda su base provinciale con sede a Terni), Dottorini – Lignani (le due sedi delle Asl stabilite a Perugia e Terni oppure a Foligno e Città di Castello).
I problemi in maggioranza – Prima del voto finale sull'intero articolo, Damiano Stufara (Prc) ha lamentato un confronto ''sviluppatosi solo all'interno del Pd e non tra i partiti di maggioranza. Non siamo certi che questa proposta sia la migliore possibile ma votiamo a favore di questo articolo perche' altrimenti crollerebbe l'intera riforma e si aprirebbe una crisi di giunta. Su queste vicende va costruito un adeguato consenso mentre siamo stati tenuti all'oscuro anche della Convenzione Regione-Università”. Orfeo Goracci (Comunista Umbro) dopo aver partecipato ai lavori odierni della Commissione, ha affermato che lo “schema a due Perugia e Terni e, ancor di più e peggio, che in questo schema c'è il due + due (2+2) e cioè, mentre si tagliano le Asl da quattro a due, le aziende ospedaliere due sono e due rimangono”. Secondo Goracci “è difficile capire a cosa servono le due aziende ospedaliere che di fatto fungono da doppioni con costi sicuramente rilevanti. Per imposizioni romane, per scelte umbre, si taglia tutto, ma certi santuari del potere umbro non si possono toccare”. Oliviero Dottorini (Idv) ha spiegato il voto favorevole con l'esigenza di non bloccare la riforma, pur riscontrando “la resistenza della Giunta rispetto a una visione policentrica dell'Umbria” e annunciando l'intenzione di tornare ancora sul tema della sede delle Asl.
Il voto contro di Barberini – Luca Barberini si è detto contrario all'articolo dato che “non si vogliono affrontare i gravi problemi che ci sono. Questo riordino viene affrontato seguendo una teoria marginalista, mancano interventi decisi dove invece sarebbero necessari. Non è più un problema di 'malpancisti', Stufara ha ragione nel chiedere maggiore coesione e partecipazione”.
L'opposizione – “Sulla riforma della sanità, la maggioranza di centro sinistra è come una barca con le vele bucate e in preda alle correnti”. Lo scrive, in una nota, il capogruppo del PdL, Raffaele Nevi evidenziando che “ oggi, durante i lavori della Prima Commissione, dove si è iniziato a votare gli emendamenti, con i colleghi Massimo Monni e Andrea Lignani Marchesani, ci sembrava di sognare quando Damiano Stufara e Oliviero Dottorini hanno dichiarato che solo per evitare il deflagrare della maggioranza e l'apertura di una crisi di Giunta avrebbero votato a favore dell'articolo 6, che è il cuore della proposta dell'Esecutivo, pur non condividendola, dopo che il consigliere Luca Barberini aveva annunciato il suo voto contrario e dopo che Orfeo Goracci, pur non votando in Commissione, aveva anche egli dichiarato che condivideva il voto contrario di Barberini. Per Nevi, in conclusione, “la presidente Catiuscia Marini è ora che si convinca di non avere una maggioranza per governare l'Umbria e che è ora, quindi, di porre fine a questo indecente spettacolo in cui il centro sinistra sta in piedi solo per la spartizione delle poltrone, pur essendo diviso su tutto”.