Terni risulta essere tra le città penalizzate dal nuovo federalismo municipale. Lo dicono le analisi della Cgia di Mestre che ha calcolato, sulla base dei dati del Ministero dell'Interno, Dipartimento delle Finanze e Copaff, la differenza tra le imposte che saranno lasciate ai Comuni e i trasferimenti che invece saranno soppressi. In questa graduatoria Terni si colloca nelle posizioni basse. Secondo la stima effettuata i trasferimenti pro capite ai cittadini di Terni passerebbero da 279 euro a 185 euro, con una diminuzione pro capite di ben 94 euro e uno scostamento negativo complessivo che ammonterebbe a 10 milioni e 653.000 euro. Ad avere la peggio, oltre a molti comuni del Sud, sono diverse città a forte presenza industriale. Oltre a Terni sono infatti penalizzate Torino, Ferrara, Taranto, Livorno, Brindisi e Genova.”Da parte nostra – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – valutiamo questi dati con preoccupazione. Come previsto questo federalismo forzato produrrà un aumento del carico fiscale sulle famiglie e premierà soprattutto i municipi del nord, ovvero territori già ricchi”. Terni risulta essere particolarmente sfavorita dai meccanismi di compensazione che per noi saranno piuttosto modesti, come la tassa di soggiorno, l'addizionale Irpef, la cedolare secca sugli affitti, considerando che da noi è molto alta la percentuale di case di proprietà”. “In particolare, oltre a territori a vocazione industriale, che hanno subito crisi negli ultimi decenni beneficiando anche di meccanismi compensativi, vengono penalizzate città, come la nostra, che hanno cercato di costruire un sistema di servizi di qualità”. “Per questo, anche in sede Anci, ci adopereremo perché il nuovo federalismo introdotto dal Governo Berlusconi sia più equilibrato e non danneggi ulteriormente territori che sono già alle prese con gli effetti negativi della crisi economica, specie nel settore industriale”.