di Maura Coltorti (*)
Sinceramente quest’ondata di anti politica comincia a darmi un po’ la nausea, perché rischia di travolgere tutto e tutti, tutto quanto c’è di buono nella politica, cioè “nell’arte di governare le società”. La politica riguarda tutti, chi è istituzionalmente investito e chi scende in piazza per contrastare le scelte che si fanno. Si, la politica è tutto quello che ci succede giornalmente, quando entriamo in un ufficio, in una scuola o in ospedale. Quello che funziona e che non funziona, è frutto di scelte politiche. Gli ultimi scandali relativi all’uso e all’abuso del finanziamento pubblico hanno rafforzato ulteriormente l’odio meritato per la “casta” cresciuto negli ultimi anni, ma sta prendendo ora, a mio avviso, una china pericolosa: mandare tutti a “quel paese”, insultare il mondo intero non ci aiuterà a migliorarlo. E’ vero, il referendum del ’93 è stato disatteso, l’aggiramento con leggi e leggine del rimborso elettorale per tornare a un esagerato, ingiustificato, mascherato finanziamento pubblico è odioso, che patetiche e ridicole sono le giustificazioni che ci vengono date: chiedere onestà e trasparenza non ha niente a che vedere con il fare di tutta l’erba un fascio. La democrazia e i partiti sono un valore da salvaguardare, anche con un costo da parte della collettività. Sono schifata dai vari Lusi e tutte le vicende riguardanti la Lega che abbiamo scoperta essere molto più ladrona della famosa Roma per anni insultata, ma trovo insopportabili la generalizzazione e il “sono tutti uguali” perché semplicemente cosi non è. E mentre lo dico penso a quelle migliaia di persone che onestamente lavorano all’interno dei partiti, a tutti coloro che si impegnano nel sindacato, nelle associazioni, a tutti quegli amministratori seri che per poche centinaia di euro lavorano nelle amministrazioni , che andrebbero sostenuti e aiutati non insultati continuamente come “casta”, penso a chi dedica tempo ed energie per difendere valori, idee e diritti acquisiti, a chi sacrifica la propria vita privata e ci mette del suo in termini economici. Ma soprattutto ritengo che la generalizzazione e l’antipolitica strillata, ci distraggano da battaglie che non combattiamo e pertanto abbiamo già perso, perché fare “antipolitica “ è più facile che “fare politica” o comunque meno impegnativo e che slogan e insulti non rispondano alle domande della gente, ai loro bisogni e alle loro aspettative. Perché ad esempio mentre noi pensiamo ai diamanti della Lega, la prossima settimana si procederà a nostra insaputa alla modifica di alcuni articoli della Costituzione, quelli che permetteranno di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione: la costituzionalizzazione di un “fallimento” cioè di quella serie di politiche che hanno messo al centro il pareggio di Bilancio rispetto a politiche di crescita e di sviluppo volte a creare occupazione, e tutto questo nel silenzio più generale, senza neanche un Grillo a mandare a quel paese la larga maggioranza che la voterà. Vorrei che qui si concentrasse la nostra attenzione, il nostro sdegno, che tutto quello che c’è da dire a questa classe politica ingorda e disonesta che ha fallito (cosa innegabile visto la situazione attuale) è che va mandata a casa insieme a questo Governo delle banche che nessuno ha votato. Non siamo tutti “casta” non siamo un paese di ladri e corrotti , e se parlando con qualcuno puoi dire di essere onesto e se anche il tuo interlocutore dice di esserlo a sua volta, vuol dire che non sei solo e che cambiare si può, e quindi cominciamo ad andare a dirglielo in piazza, il 12 maggio insieme alla Federazione della Sinistra abbandonando il senso di rassegnazione, di apatia e di schifo che rischia di annientarci.
(*) Segretaria Circolo Prc – FdS Spoleto