Circa 11mila edifici inagibili (con danni lievi o gravi) in Umbria e sopralluoghi ancora in corso, ma le domande per la ricostruzione pesante si contano sulle dita di una mano, forse due. Al 16 ottobre 2017 (ultimo dato fornito dalla Regione Umbria) all’Ufficio speciale per la ricostruzione erano state avviate appena 5 pratiche relative a danni gravi di edifici privati. Praticamente il nulla. Eppure fra 2 giorni, il 31 dicembre 2017, scadranno i termini per la presentazione della domanda con edifici che hanno avuto un esito E della scheda Aedes.
Al momento non c’è nessuna proroga da parte del commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli, che per poter ampliare i termini, deve intervenire con una propria ordinanza a modificare la numero 19/2017.
Nessuno sembra preoccuparsene, né all’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Umbria, né tra i tecnici privati. “Ci sarà una proroga sicuramente” è il commento di tutti. Già, ma quando? Fra giorni? Settimane? Mesi? Intanto l’unica certezza è che dopodomani scadono i termini e dopo tale data, fino ad una nuova ordinanza del commissario straordinario, non sarà possibile presentare le pratiche per gli immobili con danni gravi. Che i termini saranno prorogati è indubbio: altrimenti tutto il centro Italia rimarrebbe paralizzato. Ma tale modus operandi è accettabile? Tanto meno sono accettabili i commenti, rassegnati, di alcuni tecnici che spiegano: “Per il terremoto in Emilia Romagna è già successo così e pure qualche mese fa per un altro provvedimento relativo al sisma del Centro Italia”.
Nelle scorse settimane sono stati già prorogati i termini per la ricostruzione leggera e soprattutto per i sopralluoghi. Per redigere le schede Fast ed Aedes (ancora in corso i controlli) c’è tempo fino al 31 marzo 2018. Senza quelle nessuna pratica può essere presentata agli Uffici speciali presso le quattro regioni interessate dagli eventi sismici iniziati il 24 agosto 2016. Mentre per i danni lievi le domande vanno presentate entro il 30 aprile 2018. Chi non rispetta tali scadenze (chissà se ci saranno ulteriori proroghe?) perde il contributo statale.
Perché però ancora non è arrivata la proroga per la ricostruzione pesante privata, i cui termini sono rimasti fissati alla fine del 2017? Probabilmente per la complessità e la varietà delle stesse pratiche. Come preannunciato ad inizio ottobre a Foligno durante la prima visita ufficiale del commissario De Micheli in Umbria, accolta dalla presidente della Regione Catiuscia Marini. Perché i termini non potranno essere gli stessi per tutti. Se molti cittadini che hanno la propria casa completamente inagibile a causa del terremoto potrebbero già avviare le pratiche, non è così per quelli che si trovano all’interno delle aree perimetrate per cui dovranno essere fatti interventi unitari in base a dei piani attuativi, con conseguente allungamento dei tempi. Le perimetrazioni – che vedono in campo Regione Umbria e Comuni – in particolare riguardano 11 zone tra Norcia e Preci: Campi Alto, Capo del Colle, Castelluccio, Nottoria, Pie del Colle, Pie la Rocca, San Pellegrino e Sant’Angelo per Norcia e Acquaro, Collescille e Valle per Preci.
Ricostruzione ‘blindata’ in 11 zone, la mappa
Su questo fronte non c’è traccia alcuna nella legge Finanziaria approvata dal Parlamento il 23 dicembre (clicca qui per scaricare il testo integrale), mentre al momento le uniche informazioni ufficiali sono quelle fornite dal commissario straordinario per la ricostruzione con il manuale pubblicato due settimane fa.
Il manuale dell’Ufficio speciale per la ricostruzione
E ieri, senza nessuna traccia di accenno alla proroga per la ricostruzione privata per danni gravi, il commissario straordinario De Micheli su Facebook ha illustrato “le principali novità sulla ricostruzione adottate da ottobre a dicembre 2017“. Tra cui la regolarizzazione delle casette abusive (ma anche le roulotte e case mobili), attraverso una comunicazione da presentare ai Comuni entro fine gennaio 2018, ed iter più rapidi e semplificati per le pratiche della ricostruzione leggera.
La Finanziaria 2018, invece, contiene due proroghe: quelle per la busta pesante e le bollette, che dovranno essere pagate a partire da maggio 2018 e in 24 ‘comode’ rate. “Che senso ha tutto questo? In terremoti del passato si sono aspettati anni e anni prima di chiedere indietro i pagamenti, ora cosa è cambiato in poco più di un anno dal terremoto?” si chiedono diversi cittadini. E c’è chi, nell’area del cratere, ma con casa perfettamente agibile, fa notare che avrebbe voluto pagare regolarmente le utenze dopo il terremoto e non lo ha potuto fare per via del blocco delle fatturazioni da parte delle aziende competenti.