Un momento di condivisione delle progettualità con la cittadinanza che in piazza è venuta per ascoltare e intervenire. Una giornata importante che ha visto la firma del protocollo d’intesa per la ricostruzione della Basilica da parte del Mibact, rappresentato dalla Segretaria Generale Carla Di Francesco, del Commissario Straordinario per la Ricostruzione, Paola De Micheli, della Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, del Sindaco di Norcia, Nicola Alemanno e dell’Arcivescovo di Spoleto – Norcia, Renato Boccardo.
I componenti tecnici indicati nella Commissione presieduta da Paolucci sono: Giovanni Carbonara, per il Mibact, Luigi Di Prinzio, per il Comune di Norcia; Filippo Battoni, per il Commissario straordinario, Diego Zurli per la Regione Umbria, Roberto Santarelli per l’Archidiocesi di Spoleto Norcia.
Elementi, questi, che verranno approfonditi dalla commissione, in una serie di incontri. Il prossimo è fissato l’11 di settembre a Roma per poi fare ritorno a Norcia ogni volta che si renderà necessario farlo. Per il sindaco di Norcia Nicola Alemano è questo “un percorso trasparente e partecipato, con la commissione che ascolterà tutte le proposte della comunità“. Per l’arcivescovo di Spoleto – Norcia Renato Boccardo è “necessario restituire la basilica alla città e all’Europa, seguendo il messaggio di pace e accoglienza di San Benedetto”.
“La modalità che sarà seguita per la definizione del progetto e successivamente della fase di ricostruzione – ha sottolineato la presidente Catiuscia Marini con una nota stampa – darà vita ad un ‘cantiere’ di notevole interesse per il recupero e per la messa in sicurezza di questo monumento, così come di tutto il patrimonio storico-artistico danneggiato dal sisma. Un patrimonio che ho sempre definito come il ‘grande ferito’ del terremoto del 2016“.
“L’esperienza di ricostruzione di questo patrimonio – ha aggiunto – potrà rappresentare per noi una esperienza di buone pratiche, di come si dovrà intervenire, con quali tecniche ricostruttive e quali materiali usare, al fine di recuperare e tutelare per le prossime generazioni beni che hanno secoli di storia e che sono stati pensati, progettati e realizzati in lontane epoche storiche e che ora dobbiamo restituire, più sicuri di prima, all’uso pubblico“.