C’è anche la Caritas di Terni, insieme alla locale Arci ed alla San Martino tra i soggetti che hanno presentato il ricorso contro il decreto Sicurezza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha fissato anche nuovi criteri di gara nei bandi emanati dalle Prefetture per l’accoglienza dei migranti. Criteri che, tra le altre cose, prevedono una riduzione delle risorse: dai 35 euro al giorno per ciascuno dei migranti accolti si è passati infatti a 21 (o 19). Oltre alla riduzione delle risorse c’è anche quella delle figure per l’insegnamento, con il solo mediatore, senza più il docente di lingua italiana.
L’iniziativa delle istituzioni ternane, sul modello di quanto fatto in altre realtà italiane, ha portato alla sospensione della nuova procedura, almeno sino al 30 giugno. Un’opposizione alle nuove direttive di Salvini che è stata sostenuta anche dal vescovo della diocesi di Terni-Narni-Amelia padre Giuseppe Piemontese.
Contro l’iniziativa della Caritas si è espresso, intervenendo ad una manifestazione politica, il senatore della Lega, Simone Pillon: “Ma la carità – ha detto – non era gratis? Il problema sono dunque i 35 euro?“.
Ed anche il deputato Augusto Riccardo Marchetti è intervenuto sull’argomento: “Avevamo promesso che avremmo stoppato il business dell’immigrazione clandestina – ha detto – e lo abbiamo fatto. Con le risorse risparmiate investire sulle forze dell’ordine, con incrementi anche in Umbria“.
Nella sala dove si è tenuta l’iniziativa politica della Lega un grande crocifisso, sopra una tenda, aperta, alla parete. “Non vogliamo tendine davanti ai crocifissi” ha detto Pillon. Spiegando che il crocifisso è un simbolo per i cristiani, ma anche per i non cristiani. Perché è “il simbolo di una cultura che sa farsi sacrificio. Quel sacrificio che si impara in famiglia“.
Ma all’ombra del crocifisso, anche in Umbria, tra la Chiesa e la Lega, il tema dell’accoglienza dei migranti crea un solco sempre più evidente.