Incendi, siccità e presunto mancato rispetto delle indicazioni sui turditi: gli ambientalisti chiedono di bloccare il Calendario venatorio
Ricorsi, incognite sospensiva sul Calendario venatorio e quindi sull’avvio della caccia. Con l’approssimarsi dell’avvio della stagione venatoria, torna per i cacciatori il rischio di interruzioni sui pronunciamenti dei Tribunali amministrativi regionali rispetto alle istanze presentate dalle associazioni ambientaliste.
In Umbria, in particolare, il ricorso sul Calendario venatorio è stato presentato dall’avvocato Andrea Filippini per conto di Wwf, Lipu, Legambiente, Lav, Lac, Enpa, contro Regione Umbria e gli Atc 1 (Perugino) e 2 (Folignate-Spoletino).
I ricorrenti chiedono l’annullamento, passando per la sospensiva in attesa del giudizio di merito.
In sostanza, le contestazioni riguardano l’illegittimità del provvedimento della Regione, in ragione delle criticità vissute questa estate per incendi e siccità. Aspetti, questi, sui quali comunque sia i tecnici della Regione, sia quelli gli uffici legali delle associazioni venatorie, manifestano una certa tranquillità, in virtù della normativa esistente e dei precedenti.
Preoccupano invece le istanze alla luce delle indicazioni dell’Ispra, sulla base delle quali gli ambientalisti chiedono per le specie in fase di migrazione pre-nuziale l’inizio della caccia dopo il 1° ottobre e lo stop al 31 dicembre. E le contestazioni relativamente a turduti (con la chiusura chiesta al 31 dicembre), uccelli acquatici e beccaccia (lo stop invocato al 10 gennaio) sui quali nessun Tar ancora si è espresso. E questo rappresenta quindi un interrogativo, in virtù dei nuovi Kc, ma con una legge europea che non è stata cambiata. Il timore, quindi, è che in attesa di pronunciarsi nel merito, i giudici amministrativi possano decidere di accogliere la sospensiva per il presunto “grave danno irreparabile” invocato dagli ambientalisti. Potendo far saltare, visti i tempi ristretti, l’apertura, fissata per l’Umbria al 18 settembre (con la chiusura per tutte le specie al 30 gennaio). Anche in caso di decisione favorevole alla caccia in camera di consiglio, si perderebbero infatti giorni di caccia.
La Regione ha presentato le proprie controdeduzioni a difesa della legittimità delle scelte contenute nel Calendario venatorio. Cosa che stanno preparando anche le associazioni venatorie, sulla base delle valutazioni dei propri uffici legali.
Il Tar delle Marche
Il timore dei cacciatori dell’Umbria e delle altre regioni dove sono stati presentati i ricorsi, è che ora possa avvenire – pur nella diversità delle situazioni – quanto accaduto nelle Marche, dopo il 14 settembre si discuterà nel merito il ricorso presentato dalle associazioni ambientaliste, dopo che ha comunque fatto saltare la preapertura per preapertura per le specie germano reale, alzavola, marzaiola e quaglia.