Rinviare ancora la restituzione della ‘busta pesante' non è un favore ai cittadini. “Rendere il 50 per cento delle imposte dovute, qualsiasi sia la dilazione – sottolinea – non è accettabile dopo dieci anni di rinvii. Forse il Governo, vista la sua instabilità, pensa di passare il testimone ad altri, e comunque si sta giocando in modo inaccettabile sul destino di migliaia di cittadini, imprese e istituzioni”. “Sapevamo – fa notare Urbani – che la busta pesante andava restituita, come del resto è accaduto in passato, ma dare speranze all'infinito, reclamando giustamente per gli umbri diritti di uguaglianza con i cittadini di Sicilia e Piemonte, infondere speranze e dire oggi: ‘accontentiamoci' è assolutamente ingiusto”. Per Urbani “fare la voce grossa con il Governo Berlusconi, come è stato fatto in passato, e quietarsi oggi con l'attuale Governo ‘amico', accettando e rallegrarsi per un ulteriore rinvio, è un'autentica presa in giro da parte di chi governa la Regione”. L'esponente forzista non manca di fare riferimento a quanto detto dall'assessore regionale alla Ricostruzione Vincenzo Riommi nell'ultima seduta del Consiglio regionale “quando ci ha informati – ricorda – dell'impossibilità di pretendere dal Governo uno sconto del 90 per cento, come avvenne per Piemonte e Sicilia perché in quel caso le somme venenro rese attraverso un condono fiscale dalle imprese e non come ‘busta pesante' che i cittadini delle due regioni non avevano ottenuto. E' stato – dice – un ‘mettere la mani avanti' da parte dell'assessore. Il centrodestra ha, invece, preteso che si tornasse a chiedere la restituzione del solo 10 per cento, come del resto tutti i gruppi consiliari, all'unanimità, hanno firmato”. “Oggi – fa notare Ada Urbani – dopo aver reclamato ‘pari dignità' e aver firmato più di un ordine del giorno, conosciuto il ‘niet' del Governo ‘amico', Riommi ammette tranquillamente che la presidente Lorenzetti e la Giunta avevano scherzato. Praticamente, si trattava di un ‘bluff'. Ma è passato troppo tempo per gli scherzi. Dieci anni in cui la presidente Lorenzetti è stata padrona assoluta della ricostruzione. Ha emesso decreti, aperto e chiuso termini a suo piacimento, stabilito priorità in deroga alla legge 61, ma soprattutto infuso false speranze in tanta gente, in molte imprese ed anche istituzioni”.”Adesso, – attacca – oltre a pretendere la restituzione del 10 per cento delle somme non pagate, “La presidente Lorenzetti ed il suo ‘spavaldo' assessore ottengano dal Governo l'attenzione che l' Umbria e i suoi cittadini meritano, anche ricorrendo, se servisse, al condizionamento del voto dei suoi parlamentari alla approvazione della legge Finanziaria. Se ciò non accadesse – conclude – gli umbri dovranno prendere atto che al Governo Prodi, dell'Umbria, nulla importa. Come finora, del resto, ha dato dimostrazione”.