Città di Castello

Restauro mura urbiche, polemiche su interventi di demolizione | Scatta interrogazione

I lavori di restauro delle mura urbiche di Città di Castello, nel tratto compreso tra Palazzo Vitelli a Sant’Egidio e la Palazzina Vitelli, finiscono al centro di una interrogazione.

Firmatari dell’atto sono i due consiglieri della lista civica Marinelli Sindaco (Roberto Marinelli e Tommaso Campagni), secondo i quali “la modalità di intervento adottata modifica l’aspetto estetico del manufatto originario”.

Nello specifico il restauro – iniziato nel maggio 2021 con un contributo regionale di 1 milione e mezzo di euro – si estende con continuità lungo tre dei quattro lati del torrione, situato tra Viale A. Diaz e Viale Vittorio Veneto, ed il successivo tratto di mura fino a Piazza Garibaldi, con l’impresa appaltatrice che ha dato corso ad una attività di demolizione della porzione sommitale delle mura per l’intero spessore e per un’altezza superiore, per lunghi tratti, ad un metro di altezza. “La ricostruzione delle parti demolite, invece, – fanno notare i consiglieri – è stata eseguita con muratura realizzata con l’impiego di mattoni nuovi di laterizio”.

A questo punto nell’interrogazione si chiede al sindaco se nel progetto esecutivo approvato dagli enti competenti, quali la Sovrintendenza, sono previsti interventi di demolizione e ricostruzione e, in caso di risposta affermativa, quali siano le dimensioni del tratto interessato dai lavori, sia per lunghezza che per altezza, per cui è stata autorizzata tale metodologia di intervento”; i due consiglieri vogliono inoltre sapere “se, in alternativa ai lavori di demolizione e ricostruzione, potevano essere adottati interventi alternativi di pari efficacia, ma caratterizzati da un approccio più conservativo”.

Marinelli e Campagni chiedono anche “se le pietre tolte dalle mura urbiche sono state e/o verranno impiegate per il restauro conservativo in corso, indicando, diversamente, sia la quantità di quelle che non verranno utilizzate per tale finalità, che l’uso che ne verrà fatto” e “se le pietre demolite, che costituivano le mura urbiche, potevano essere recuperate, indicando, diversamente, le ragioni per cui ciò non sia stato possibile”.