E’ stata lanciata a inizio dicembre la Piattaforma Tecnologica di ReSTART. Frutto di un anno e mezzo fa con un team di 15 professionisti guidati dal Dirigente Area Difesa del Suolo Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, il sito ReSTART è un webgis (sistema informativo geografico) tematico in continuo aggiornamento e ha l’obiettivo di mettere in evidenza le aree nelle quali sono stati completati, sono in corso o in programmazione a breve termine, rilievi e studi specifici relativi alle linee di attività del Progetto ReSTART.
Il Progetto ReSTART prevede, infatti, l’implementazione e l’aggiornamento del quadro conoscitivo sul territorio dei 138 comuni che hanno subito gli eventi sismici del 2016-17, attraverso studi ed approfondimenti, sopralluoghi, rilievi, monitoriaggio, etc.
Le finalità sono molteplici ma, nell’ottica di una ricostruzione nelle condizioni di massima sicurezza possibile anche in considerazione dei rischi da frane e da alluvioni, tutte riconducibili a due ambiti di lavoro: da un lato, si tratta di realizzare una pianificazione di bacino, una gestione del rischio idrogeologico e una riprogrammazione della gestione sostenibile della risorsa idrica che tenga conto delle specificità dell’Appennino centrale anche dal punto i vista sismico; e, dall’altro, si punta a rafforzare la capacità di governo delle istituzioni centrali, territoriali e locali mediante la messa a punto di un modello che preveda la cooperazione delle parti interessate, siano essi soggetti pubblici o privati.
Ancora più schematicamente, si possono indicare i tre obiettivi che l’Autorità intende perseguire tramite il ReSTART in questo modo:
La piattaforma ReSART è pubblica ed è possibile accedere al WebGIS tramite il sito istituzionale dell’Autorità di bacino dell’Appennino Centrale o al link www.restartgis.it.
All’interno del sito è possibile accedere a 4 progetti:
Nel video che segue una breve dimostrazione di come può essere utilizzata la piattaforma in una delle sue molteplici applicazioni: i beni culturali in pericolo.
Per la prima volta nella storia dei nostri disastri naturali – scrive il Segretario Generale Erasmo D’Angelis a capo dell’AUtorità – insieme ai Ministeri e alle istituzioni regionali e comunali, alla Protezione Civile e ai suoi centri universitari di eccellenza, agli enti scientifici, i consorzi di bonifica, le aziende idriche, la struttura del Commissario straordinario per la ricostruzione, le associazioni e tanti cittadini, lavoriamo uniti per fare l’impresa della resilienza.
Cosa è la “resilienza”? È la forza di tutti noi, è la reazione di una comunità intera che ci consentirà di poter reggere e resistere. È conoscenza e presa di coscienza del rischio, lavoro costante di difesa e di autodifesa, per rialzarsi più forti di prima. Resilienza, per tutti, è anche un bel ripasso della geografia dell’Italia per mettere fine alla marginalizzazione della montagna che copre i due terzi della penisola ma da baricentro è diventata nel tempo lontana periferia. È capire fino in fondo i perché, e come invertire una tendenza all’abbandono che aumenta i pericoli. Il lockdown nella crisi epidemica ha mostrato quanto siano decisive le infrastrutture digitali, il driver strategico al centro della nostra impresa. Bisogna colmare anche le clamorose carenze di copertura di rete e le grandi difficoltà di connessione di un divario digitale che non penalizza solo la nostra ricezione dati, vitali per la sicurezza e la pianificazione della ricostruzione, ma soprattutto chi vive nei piccoli Comuni. È una delle cause dell’abbandono del nostro Appennino.
Se per noi italiani la cosa più fragile dopo ogni disastro è sempre stata la memoria e la rimozione delle cause dei disastri, ReSTART conterrà anche la banca dati della memoria delle calamità naturali, sistematizzando materiali di archivio, cronache e documentazioni disponibili. La memoria – conclude D’Angelis – aiuta a comprendere i motivi della vulnerabilità e cosa fare per mettersi più al sicuro. Non nel futuro ma oggi, migliorando il presente.