Rems: serve un tavolo concreto per Umbria | "C'è ancora stigma sociale" - Tuttoggi.info

Rems: serve un tavolo concreto per Umbria | “C’è ancora stigma sociale”

Valentina Onori

Rems: serve un tavolo concreto per Umbria | “C’è ancora stigma sociale”

l caso di Asia fuggita dalla Comunità Incontro di Amelia, poi ritrovata e di nuovo scomparsa ha portato alla luce in Umbria il problema della mancanza di Rems. Abbiamo sentito il garante dei detenuti in Umbria Giuseppe Caforio e l'assessore al welfare di Terni Viviana Altamura che oggi mercoledì 20 agosto ha scritto una lettera al Ministero di giustizia e della sanità per provvedere a sbloccare fondi per le strutture che in Umbria sono totalmente assenti.
Mer, 20/08/2025 - 19:37

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Il caso di Asia fuggita dalla Comunità Incontro di Amelia, poi ritrovata e di nuovo scomparsa ha portato alla luce in Umbria il problema della mancanza di Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza. Un vuoto importante che appesantisce il carico lavoro per la famiglia di una persona con problemi psichici e che ha precedenti penali.

C’è pregiudizio sulle Rems

“I Rems non sono la panacea di tutti i mali ma possono rispondere a un’esigenza di quelle situazioni di persone sottoposte a procedimenti giudiziari, la cui permanenza in carcere è incompatibile con il loro stato patologico. Si ricorre alla Toscana che ha ricevuto da noi 2 milioni per svolgere la funzione di supplenza ma neanche le loro strutture soddisfano la domanda di quella regione” lo dice ai microfoni di Tuttoggi il garante dei detenuti per la regione Umbria Giuseppe Caforio che spiega la situazione umbra sul fronte carcere e Rems. Nella regione da molto tempo si parla di Rems addirittura dai tempi del caso di cronaca del mostro di Foligno che è andato in un Rems in Sardegna. “Serviranno anche a sgravare l’enorme peso che hanno le carceri umbre dove le persone con determinati problemi sono detenute in maniera illegittima perché incompatibili con il carcere” continua. Periodicamente la discussione viene portata all’attenzione della giunta o della cittadinanza per casi di cronaca. “Anche la giunta Tesei aveva provato a costituirla ma i sindaci di destra e sinistra avevano opposto resistenza” Prevale secondo il garante Caforio un atteggiamento da “non nel mio giardino”, perché “credo non si comprenda neanche cosa sia una Rems c’è un pregiudizio. E’ una struttura ospedaliera con le caratteristiche della restrizione tipica del carcere a metà tra ospedale e carcere. Non si capisce che è, tra l’altro, un’occasione di lavoro e di nuova attività con una funzione sociale importante. Chi si oppone non le conosce ed è pregiudizialmente contrario”.

Qualcosa si è sbloccato

“Oggi vedo aperture, la Proietti che ha ribadito l’intenzione di sbloccare questa situazione insieme alla sindaca di Perugia. Apprezzo che anche il comune di Terni è disponibile con la lettera dell’assessore al welfare Viviana Altamura, non c’è derby di Rems ne servirebbero due o tre. Le Rems vanno da un minino di 4 posti a un massimo di 15/25 posti. Se ci fosse la disponibilità di 60 posti servirebbero tutti ma non sogniamo. Una o due da 15/20 posti ciascuno sarebbe l’ideale”, l’avvocato Caforio ribadisce l’importanza dell’emergenza “il tema è quotidiano. Stamattina parlavo con la comandante del carcere di Perugia in cui ci sono situazioni preoccupanti e detenuti psichiatrici stanno creando molti problemi. Non dovrebbero essere lì perché le carceri che non sanno né come né dove gestirli, li mettono in isolamento, è paradossale. Abbiamo fatto di tutto per dare dignità ai detenuti ma quelli più deboli patologicamente deboli li chiudiamo in stanze da lager e questo non è accettabile”. 

Detenuti psichiatrici ricevono cure ogni 6 mesi

Attualmente le carceri con detenuti psichiatrici mancano di personale e strumenti giusti, e le Rems colmerebbero questo gap. “Un detenuto che ha bisogno di cure psichiatriche riesce a vedere uno psichiatra una volta ogni 6 mesi, se va bene parliamo di cose inesistenti. Dopo c’è il ricorso massiccio ai farmaci e si tiene a bada così. La situazione sta implodendo, vedo situazioni deteriorate con la dignità umana che non esiste più, con la violazione delle regole basilari della nostra Carta Costituzionale ma anche del diritto naturale” aggiunge Caforio. “E’ una questione di volontà io credo che in 6 mesi si riesce a fare una struttura Rems. Abbiamo tanti edifici pubblici di cui non si sa che fare, sono contenitori sparsi nei comuni dell’Umbria, abbandonati o ristrutturati con fondi pubblici e magari lasciati lì che non sanno che farci basterebbe prenderli. Poi servono risorse ma se uno ci crede questa è una priorità”.

La malattia mentale ancora non ha superato lo stigma sociale e secondo Caforio c’è un atteggiamento da “no nel mio comune no”, “fossi un sindaco correrei perché è un’opportunità in più per quella realtà. Oggi i comuni dove ci sono le carceri hanno un enorme beneficio, come a Spoleto o Orvieto, l’economia che produce un carcere è estremamente positiva sia con chi lavora direttamente lì sia con l’indotto. Le Rems sarebbero piccole realtà che produrrebbero nuova economia con un rischio sociale sotto zero perché ci sono persone malate che devono essere curate che hanno commesso reati”. “La nostra è una regione strana che ha un numero di detenuti spropositato nel rapporto con la popolazione, abbiamo 2 /3 dei detenuti che vengono da fuori, accogliamo detenuti sarebbe logico farsi finanziari per avere una o due Rems per la regione, ma pare che la legge Basaglia se la sono scordata”.

Altamura scrive ai ministeri

Che sia un emergenza sociale e che vada programmata in modo serio lo sostiene anche la’assessore al welfare di Terni Viviana Altamura che il 19 agosto ha scritto una lettera ai ministeri della Salute, di Giustizia e alla Regione sull’urgenza di Rems sul territorio umbro e non solo. Un aspetto su cui pone l’attenzione l’assessore è anche l’emergenza di regolamentare l’attesa dell’inserimento in Rems. “Queste persone durante l’attesa restano a casa con i familiari, non c’è l’inserimento in una struttura transitoria che li monitora, capita che usino la macchina per guidare (il caso di Via Valiano). Serve una legge che regoli i casi e tuteli le famiglie. Paghiamo soldi alla Toscana che ospita i malati psichiatrici e non riesce ad avere la capienza”.

Disponibili a Rems nel ternano

Secondo l’assessore ci deve essere una procedura di accompagnamento ai Rems, in questo modo si vanno a riempire gli S.P.D.C. “Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura” dell’ospedale perché commettono reati ma anche azioni pericolose per loro e per gli altri. E sulle motivazioni dell’appello ai ministeri: “la lettera l’ho indirizzata al Ministero della giustizia, al Ministero della salute e alla Regione per i fondi e per sostenere le spese sanitarie. Noi come territorio ternano ci rendiamo disponibili a poterle collocare nel nostro territorio, so che anche la sindaca di Perugia aveva fatto dichiarazioni in tal senso. La Regione deve solo agire tra Terni e Perugia”.

“Asia è stato uno spunto, io ho ampliato nella lettera l’argomento al disagio mentale. E’ una problematica anche il fatto che a Terni rispetto a Perugia non abbiamo strutture al 100% sanitarie ma per gli psichiatrici abbiamo “unità abitative” e “unità di convivenza”. In queste strutture catalogate come di minore gravità non c’è il 100% del sanitario ma c’è il 60% a carico del sociale e 40% a carico del sanitario” un problema quello delle Rems che si amplia su molti fronti e che incide in un cerchio che ora non è virtuoso. “Ora facciamo l’emergenza notte per i senza fissa dimora, se ci sono malati psichiatrici non abbiamo personale specializzato. Manca coordinamento e fondi e i ministeri devono prendere atto della situazione critica del problema della malattia mentale, implementare le risorse che servono per questa fascia di persone e creare soluzioni ponte” conclude l’assessore.

 

Le possibili strutture

Le strutture sembrerebbero non mancare sia al centro che in periferia: “Abbiamo immobili comunali che non sono assegnati, chiusi da anni, stiamo cercando di fare una mappatura, quando ci diranno che Terni può essere candidata a ospitare le strutture  andremo a vederle. Se c’è la volontà si riescono ad abilitare, il problema sono le autorizzazioni e i fondi per finanziare il personale. Da quando sono assessore al welfare uno dei primi problemi è stato la salute mentale e la gestione dei casi perché Terni non ha strutture”.

Rems e malattia mentale al centro

L’assessore ricorda uno dei primi casi di cui si occupò e che per mancanza di Rems fu rimandata in carcere: “Ci fu di una ragazza nigeriana nel 2023 che aveva problemi psichiatrici, era irrintracciabile anche all’anagrafe, prima di arrivare alla vera diagnosi ho girato in questura, psichiatria e ospedali per arrivare ad avere la diagnosi di psicosi grave. Aveva diritto a un’assistenza e alla pensione, una volta inserita in unità di convivenza stava meglio ma avendo commesso dei reati nel frattempo è arrivata la pena da scontare e ora si torva in carcere non c’è stato nulla da fare”. I casi sono tanti così come la disperazione della famiglie. “Cerco di fare il possibile. L’Umbria non può dipendere da altre regioni, abbiamo molti casi dobbiamo avere strutture nostre” Ma esiste anche un problema di strutture datate e da adeguare: “spero che anche la Regione si renda conto che le strutture sono datate, sono degli anni ’70, io spero che si riesca a fare qualcosa per l’ospedale facendo anche un reparto dedicato più ampio per questa tipologia di malati. I casi ora si rimbalzano tra pronto soccorso e psichiatria. Abbiamo strutture di eccellenza come la Casa del Giovane di Piediluco che periodicamente danno iniziative molto belle ed efficienti per la malattia mentale, non bisogna avere pregiudizi”.

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